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Gli Emirati Arabi Uniti alla conquista di Marte: lanciata la prima sonda, obiettivo colonia nel 2117

Gli Emirati Arabi Uniti hanno inviato la propria prima sonda interplanetaria verso Marte. HOPE, questo il nome dell’orbiter, raggiungerà l’orbita marziana dopo 7 mesi di viaggio nel cuore del Sistema Solare. L’obiettivo è studiare l’atmosfera marziana e gettare le basi per le future missioni di esplorazione. Entro il 2117, infatti, il Paese della Penisola araba vorrebbe costruire sul Pianeta Rosso una colonia umana.
A cura di Andrea Centini
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È ufficialmente partita la prima missione interplanetaria degli Emirati Arabi Uniti. Alle 23:58 ora italiana di domenica 19 luglio, infatti, lo Stato della Penisola araba ha lanciato verso Marte la sua sonda “HOPE” (Speranza) in seno all'omonima missione da 200 milioni di dollari, conosciuta anche come Emirates Mars Mission (EMM). Il razzo lanciatore che la trasportava, l'H-IIA n. 42 (H-IIA F42) della Mitsubishi Heavy Industries, Ltd., ha compiuto il lift-off dalla piattaforma del centro spaziale di Tanegashima, sito nel Giappone meridionale. Gli Emirati Arabi Uniti hanno infatti stretto un accordo con la JAXA, l'agenzia aerospaziale nipponica. Il lancio era originariamente programmato per il 15 luglio, ma è stato posticipato a domenica a causa delle condizioni meteo avverse. HOPE viaggerà per sette mesi nel cuore del Sistema solare e raggiungerà l'orbita marziana a febbraio del 2021, in occasione del 50esimo anniversario della nascita degli Emirati Arabi Uniti (nati dalla fusione di sette Emirati).

Ma cosa farà esattamente HOPE? La sonda orbiterà attorno al Pianeta Rosso per un intero anno marziano (687 giorni terrestri) in un'orbita equatoriale peculiare, per raccogliere dati inediti sull'atmosfera del corpo celeste. Grazie a queste e ad altre informazioni, gli scienziati dovrebbero comprendere il modo in cui il clima su Marte si modifica nell'arco di un sol marziano (un giorno su Marte, che dura 24 ore 39 minuti e 35,244 secondi) e di un intero anno, da qualunque punto del pianeta. Saranno raccolti dati anche sulla perdita di atmosfera.

HOPE è equipaggiata con tre strumenti, due spettrometri che analizzeranno i dati atmosferici – “annusando” la firma dei composti chimici – e una sofisticata fotocamera, che scatterà immagini ad alta risoluzione della superficie del pianeta.

Per un Paese che ha poca esperienza con l'esplorazione spaziale (pur avendo già lanciato una decina di satelliti), una missione come HOPE rappresenta una sfida notevolissima. Gli Emirati Arabi Uniti hanno infatti deciso di contattare esperti di Marte di tutto il mondo e progettare una missione che potesse dare un contributo a livello internazionale. L'obiettivo, come dichiarato dalle autorità emiratine, è anche quello di promuovere la scienza tra i giovani, oltre che gettare le basi per settori strategici che si affranchino dall'industria del petrolio. Del resto, il mondo si sta sempre più spostando verso le fonti energetiche alternative, e il petrolio è comunque destinato a esaurirsi (entro la fine del secolo secondo alcune stime). Pertanto molti Paesi che hanno basato la propria ricchezza su di esso stanno già cominciando a guardare oltre. Gli Emirati Arabi Uniti vorrebbero costruire la prima colonia umana su Marte entro il 2117.

HOPE non è l'unica missione verso Marte prevista per quest'anno (e per questo mese). Il 23 luglio partirà infatti la Tianwen-1 della Cina, che grazie a un lander e a un rover condurrà indagini geologiche, mentre il 30 luglio è attesa la partenza dell'attesissima MARS 2020 della NASA, che porterà sul Pianeta Rosso un nuovo rover chiamato Perseverance per cercare tracce di vita. A bordo ci sarà anche un piccolo velivolo elettrico, che diventerà il primo mezzo aereo a sorvolare la superficie di un altro pianeta del Sistema solare.

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