Gli anticorpi dei pazienti con SARS eliminano anche il nuovo coronavirus: speranze per super vaccini

Gli anticorpi neutralizzanti (IgG) estratti dal siero di pazienti convalescenti colpiti dalla SARS (Severe acute respiratory syndrome – sindrome respiratoria acuta grave) sono efficaci nel contrastare anche il nuovo coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero. Ciò è dovuto alla somiglianza genetica tra il SARS-CoV (il virus responsabile della SARS) e il patogeno emerso in Cina alla fine dello scorso anno. Dal punto di vista scientifico si determina una cosiddetta “reattività crociata”, in quanto le immunoglobuline – o anticorpi – sono in grado di riconoscere e neutralizzare entrambi i patogeni. Ciò potrebbe portare allo sviluppo di vaccini universali anti coronavirus, anche contro quelli di potenziali, future pandemie.
A determinare che gli anticorpi neutralizzanti della SARS sono efficaci anche contro il SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati dell'Istituto di Biologia dei Patogeni dell'Accademia Cinese delle Scienze, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Malattie Infettive del Peking Union Medical College di Pechino. Gli scienziati, coordinati dai professori Yuanmei Zhu e Yuxian He, docenti presso l'NHC Key Laboratory of Systems Biology of Pathogens dell'accademia cinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato su cellule in provetta e modelli animali gli anticorpi del siero conservato dei convalescenti: erano stati tutti contagiati dalla SARS nel 2003. La malattia si diffuse in 17 Paesi tra il 2002 e il 2003, infettando oltre 8mila persone e uccidendone quasi 800. In un intervallo di tempo simile il “cugino” SARS-CoV-2 (responsabile della COVID-19) ha contagiato quasi 37 milioni di persone in tutto il mondo e ne ha uccise oltre un milione, e la pandemia continua ad accelerare drammaticamente in numerosi Paesi.
Zhu e colleghi hanno analizzato in tutto venti campioni di siero estratto da convalescenti, e hanno determinato che la reattività crociata si determina per quattro distinte porzioni della proteina S o Spike, quella che il coronavirus sfrutta per legarsi alle cellule umane, disgregare la parete cellulare, riversare all'interno il materiale genetico e dare inizio al processo di replicazione, che a sua volta scatena l'infezione (COVID-19). Nello specifico, hanno osservato reazioni nelle subunità S, S1, S2 ed RBD (S ed S2 sono le regioni che hanno reagito con più forza). In test su topi e conigli immunizzati, gli scienziati si sono accorti che uno specifico ceppo di SARS-CoV che infetta la civetta delle palme mascherata (Paguma larvata – un mammifero, non un uccello) neutralizza il SARS-CoV-2 in maniera ancora più efficace di quello umano.
Sia il nuovo coronavirus che quello responsabile della SARS appartengono al gruppo dei betacoronavirus, così come il patogeno che causa la MERS. SARS-CoV e SARS-CoV-2 condividono l'80 percento del patrimonio genetico, come emerso da uno studio dell'Università di Fudan (Shanghai), ed è proprio questa affinità genetica a determinare la reattività crociata osservata nel nuovo studio. Per gli scienziati si tratta di un'informazione preziosissima, poiché potrebbero essere messi a punto vaccini non solo in grado di contrastare SARS e COVID-19 contemporaneamente, ma anche future pandemie causate da altri coronavirus. Questi patogeni circolano normalmente nella fauna selvatica (in particolar modo pipistrelli), ma a causa delle catture, della distruzione delle foreste e di altri fattori antropici possono compiere il salto di specie – o spillover – in qualunque momento, proprio come avvenuto col SARS-CoV-2. I dettagli della ricerca cinese “Cross-reactive neutralization of SARS-CoV-2 by serum antibodies from recovered SARS patients and immunized animals” sono stati pubblicati sulla rivista ScienceAdvances.