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Gli animali ricordano il loro passato: questo porterà a nuove cure contro l’Alzheimer

Per la prima volta è stato dimostrato che anche gli animali possono ripassare mentalmente i propri ricordi, una scoperta che potrebbe rivoluzionare i trattamenti per l’Alzheimer. Gli scienziati dell’Università dell’Indiana hanno condotto diversi esperimenti con i ratti, scoprendo che la loro memoria episodica può essere un ottimo modello per studiare la demenza umana.
A cura di Andrea Centini
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Oltre all'uomo, anche gli altri animali possono ripercorrere mentalmente i ricordi passati, attingendo alla cosiddetta memoria episodica. Lo ha dimostrato un team di ricerca del Dipartimento di Scienze Psicologiche e del Cervello presso l'Università dell'Indiana. La scoperta è particolarmente interessante non solo sotto il profilo etologico, ma anche da quello clinico, dato che potrebbe aiutare gli studiosi a sviluppare farmaci innovativi contro il morbo di Alzheimer, la più diffusa forma di demenza.

I neuroscienziati, coordinati dal professor Jonathon D. Crystal, da studi precedenti sapevano già che i topi potevano richiamare alla mente episodi passati unici, ma non era noto se fossero in grado di ricordare una sequenza di ricordi legata alla memoria episodica. Un esempio pratico e quello dello smarrimento di un oggetto, che ci fa ripercorrere a ritroso nella mente i luoghi che abbiamo visitato, fino a individuare quello dove molto probabilmente lo abbiamo perduto.

Sapere che anche gli animali sono in grado di compiere simili passaggi mentali è molto importante per la ricerca medica sulla demenza. Normalmente, infatti, li si studia sotto il profilo della memoria spaziale, tuttavia per un malato di Alzheimer non è quella che pone i problemi più seri. La più impattante è proprio quella episodica, la cui compromissione può far dimenticare un discorso tenuto solo pochi minuti prima.

Per dimostrare l'esistenza di questa capacità mnemonica negli animali, Crystal e colleghi hanno seguito per un anno un gruppo di 13 ratti, addestrandoli al riconoscimento di 12 distinti odori. Nella prima fase dell'esperimento sono stati messi in apposite arene con un ordine di odori leggermente diverso, e venivano premiati nel caso in cui fossero riusciti a riconoscere gli odori in base a una specifica sequenza. Cambiando costantemente l'ordine degli odori, i ricercatori si sono assicurati che i topi non utilizzavano solo il loro olfatto per riconoscerli, ma anche la memoria episodica. Non a caso sono riusciti a completare i cicli nell'87 percento dei casi, ben oltre il caso.

La prova regina dell'esistenza della memoria episodica nei ratti, tuttavia, è stata ottenuta inibendo temporaneamente il loro ippocampo, l'area cerebrale dove si sviluppa la memoria episodica. In questo modo è stato dimostrato quanto fosse fondamentale per il riconoscimento della giusta sequenza di odori. Poiché la memoria episodica nei ratti ha processi cerebrali analoghi a quelli umani, per gli scienziati questi animali sono ottimi modelli per la sperimentazione di farmaci innovativi contro l'Alzheimer. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology.

[Credit: Nature_Blossom]

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