Giganteschi buchi neri nell'universo primordiale: l'ultima scoperta dallo spazio
![Blackhole1](https://staticfanpage.akamaized.net/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2011/06/Blackhole1.jpg)
Come si presentava il nostro universo all'alba dei tempi? Cosa ha portato al prevalere della materia sull'antimateria allorché il Big Bang è stata la nostra origine? Quesiti a cui non esistono risposte certe ma che sono sempre meno dei misteri per gli scienziati e gli studiosi: di recente, ad esempio, è stato scoperto che nell'universo primordiale esistevano dei giganteschi buchi neri la cui massa sarebbe milioni di volte superiore a quella del sole.
Buchi neri nati nei remoti tempi di un universo ancora assai giovane, nascosti al centro di galassie lontanissime ed antichissime e presenti in buona parte di queste, secondo le stime degli scienziati tra il 30 e il 100% di quelle che sono distanti circa 13 miliardi di anni luce dalla terra. La notizia della scoperta è stata pubblicata su Nature ed è opera di una ricerca coordinata dall'Università delle Hawaii, la quale si è servita delle immagini inviate alla Terra dal telescopio spaziale statunitense Chandra.
![BlackHole1 (1)](https://staticfanpage.akamaized.net/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2011/06/BlackHole1-1.jpg)
Il buco nero, un corpo celeste talmente denso da essere dotato di una attrazione gravitazionale elevatissima, tale da non consentire l'allontanamento di nulla dalla propria superficie: di tutte le innumerevoli informazioni che provengono dal mondo scientifico a proposito dello spazio, quelle che riguardano questi corpi misteriosi, le cui esistenze sono sempre state rilevate indirettamente grazie a numerose osservazioni astrofisiche, da sempre interessano maggiormente un uditorio di "profani". Sarà perché, per sua stessa natura, il buco nero non può essere visto e dunque resta qualcosa di ancor più incomprensibile e sfuggente.
Fino a prima di questa scoperta, dunque, gli scienziati credevano che non esistessero buchi neri nelle galassie più antiche: ora sanno che già circa 800 milioni di anni dopo il Big Bang ce ne erano di enormi e che erano in simbiosi con queste, sin dai primordi dell'Universo. Le emissioni di raggi X emesse da 200 galassie estremamente lontane che sono state rilevate dal telescopio ed hanno portato a questa scoperta, sono quelle che vengono sprigionate nel momento in cui le particelle di materia attratte dal buco nero entrano in contatto con quelle che lo circondano e che, da sole, riescono ad oltrepassare la coltre di gas e di nubi di polveri che avvolgono i buchi neri trattenendo tutto il resto: chissà quali nuove affascinanti notizie ci giungeranno, dunque, da questo mondo sconosciuto.