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Gigantesca esplosione magnetica rilevata attorno alla Terra: cos’è successo

Per la prima volta è stato registrato nel dettaglio un fenomeno di riconnessione magnetica nella coda del campo magnetico terrestre. L’evento, documentato grazie ai sensibili strumenti equipaggiati sul Magnetospheric Multiscale Mission (MMS), ha generato un’esplosione di particelle che ha proiettato gli elettroni a una velocità di 15mila chilometri al secondo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA/GSFC
Credit: NASA/GSFC

Osservata e descritta una spettacolare esplosione magnetica attorno alla Terra, che ha generato una pioggia di elettroni proiettati alla pazzesca velocità di 15mila chilometri al secondo. Il fenomeno, tecnicamente conosciuto col nome di riconnessione magnetica, è molto comune e avviene in qualsiasi sistema astrofisico nel quale sono coinvolti campi magnetici, tuttavia è difficilissimo da intercettare. La prima volta fu individuato il 16 ottobre 2015 – nella sua forma asimmetrica – nei pressi del Sole, mentre il secondo evento, datato 11 luglio 2017 ma dettagliato solo adesso, è avvenuto in quella simmetrica e prossimo alla Terra. Ma di cosa si tratta? E come è stato osservato? Procediamo con ordine.

La Terra è avvolta da un campo magnetico (dotato di una lunga "coda") che funge come una sorta di scudo; ci protegge infatti dalle letali particelle cosmiche e solari. Quando il vento solare sprigionato da brillamenti ed espulsioni di massa coronale raggiungono la Terra, esso perturba il campo magnetico che devia queste particelle. Alcune riescono comunque a penetrare nella ionosfera terrestre, e a causa dell'interazione dei vari atomi vengono prodotti fotoni che sono alla base delle meravigliose aurore polari. Esse rappresentano l'esempio perfetto di riconnessione magnetica, un processo nel quale le linee del campo magnetico si modificano, torcono, riconnettono e arrangiano in una nuova forma (simmetrica o asimmetrica). Durante il processo l'energia magnetica viene convertita in energia termica e cinetica, proiettando gli elettroni a velocità impressionanti.

Come indicato, si tratta di fenomeni molto comuni, ma difficilissimi da intercettare e studiare. Ci è riuscito un team di ricerca internazionale guidato da studiosi dell'Università del New Hampshire (UNH), analizzando i dati raccolti dai sensibili strumenti del Magnetospheric Multiscale Mission (MMS). Si tratta di una flotta composta da 4 satelliti gemelli della NASA, lanciati nello spazio nel 2015 proprio per raccogliere informazioni sulle particelle coinvolte nei fenomeni di riconnessione magnetica. “Questo è stato un evento straordinario”, ha dichiarato Roy Torbert dello Space Science Center dell'UNH e vice investigatore principale della missione Magnetospheric Multiscale della NASA. “Sappiamo da tempo che la riconnessione magnetica si verifica in due versioni differenti: asimmetrica e simmetrica, questa è la prima volta che osserviamo un processo simmetrico”, ha aggiunto lo studioso.

Perché è importante conoscere simili fenomeni? Come indicato, il campo magnetico della Terra ci protegge da letali particelle solari e cosmiche; se non ci fosse la vita sarebbe spazzata via da radiazioni letali. Talvolta i flussi di particelle provenienti dallo spazio sono così veloci e potenti che possono scatenare tempeste geomagnetiche di varia intensità. Le conseguenze possono essere blackout radio, problemi ai sistemi di navigazione satellitare GPS ma anche incendi e distruzione delle apparecchiature elettroniche, in particolar modo il “cuore” dei satelliti. Un recente studio ha dimostrato che il vento solare può addirittura far esplodere delle mine, come avvenuto in Vietnam. “È importante conoscere il fenomeno perché più comprendiamo queste riconnessioni e più siamo in grado di prepararci per eventi estremi che sono possibili da ricongiungimenti attorno alla Terra o in qualsiasi parte dell'Universo”, ha dichiarato il dottor Tobert. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

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