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Ghiacciai del Monte Bianco, scatti drammatici mostrano come sono cambiati in 100 anni a causa nostra

Mettendo a confronto fotografie dei ghiacciai del Monte Bianco scattate dall’aviatore svizzero Walter Mittelholzer nel 1919 con alcune nuove fatte nell’estate del 2019, due scienziati scozzesi hanno mostrato gli evidenti effetti di fusione sulla massa ghiacciata innescata dai cambiamenti climatici.
A cura di Andrea Centini
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Una serie di fotografie dei ghiacciai del Monte Bianco scattate a cento anni esatti di distanza mostrano gli inquietanti effetti dei cambiamenti climatici sulla montagna più alta dell'Europa (4.808 metri), che hanno determinato lo scioglimento di una parte consistente della massa ghiacciata. L'idea di mettere a confronto foto storiche dei ghiacciai con nuovi scatti è venuta ai due ricercatori Kieran Baxter e Alice Watterson del Duncan of Jordanstone College of Art & Design presso l'Università di Dundee, Scozia, che hanno sorvolato il massiccio con un elicottero nell'agosto di quest'anno.

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Tutto è iniziato grazie alle fotografie del pilota, fotografo, scrittore e imprenditore svizzero Walter Mittelholzer, un vero e proprio pioniere dell'aviazione che morì a soli 43 anni in un incidente di arrampicata sull'Hochschwab, in Austria. A bordo del suo biplano, nel 1919 (quando aveva solo 25 anni), sorvolò il Monte Bianco e scattò alcune spettacolari fotografie dei ghiacciai soprastanti, come il “Mer de Glace” (Mare di Ghiaccio), una lunga lingua incastonata tra le rocce che origina dall'unione del ghiacciaio di Leschaux e del ghiacciaio del Tacul; l'Argentiere nel comune di Chamonix (versante francese del Monte Bianco) e il ghiacciaio dei Bossons.

Baxter e Watterson, avvalendosi di un processo chiamato monoplotting e sofisticate tecnologie di mappatura e analisi GPS per determinare il punto esatto dove era posizionato Mittelholzer quando scattò le fotografie, hanno ricostruito gli spostamenti del pilota svizzero e li hanno ripercorsi a bordo di un elicottero. Raggiunti i punti chiave hanno scattato fotografie identiche a quelle originali, che mostrano in modo inequivocabile la massa di ghiaccio perduta dal Monte Bianco. Solo pochi giorni fa anche la NASA ha messo a confronto immagini satellitari dei ghiacciai della montagna catturati a 34 anni di distanza le une dalle altre; anch'esse mostrano l'assottigliamento sensibile dei ghiacciai.

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“La scala della perdita di ghiaccio è stata immediatamente evidente quando abbiamo raggiunto l'altitudine, ma è stato solo confrontando le immagini fianco a fianco che si sono resi visibili gli ultimi cento anni di cambiamento. È stata un'esperienza mozzafiato e straziante, in particolar modo sapendo che la fusione ha subito un'accelerazione massiccia negli ultimi decenni”, ha dichiarato il dottor Baxter.

Ironia della sorte, l'aviatore svizzero fu promotore dei voli commerciali che nel corso dei decenni hanno contribuito al riscaldamento globale e dunque allo scioglimento dei ghiacci. Anche i ricercatori coinvolti in questa indagine fotografica sanno bene che la loro missione non è stata del tutto “indolore” sotto il profilo delle emissioni, ma che attualmente non esiste ancora alcuna alternativa valida al sorvolo basato su combustibili fossili quando si lavora a simili quote. Come hanno spiegato, tuttavia, queste foto servono a dimostrare che tra cent'anni un'altra missione analoga non avrebbe nulla da fotografare. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell'Università di Dundee.

Photo Credit: Walter Mittelholzer, ETH-Bibliothek Zürich e Dr Kieran Baxter, Università di Dundee

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