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Geology: il fracking può aver causato il terremoto in Oklahoma

Il terremoto dell’Oklahoma del 2011 di magnitudo 5.7 potrebbe essere stato causato, secondo la rivista di settore Geology, dalle fratturazioni idrauliche praticate nella zona.
A cura di Redazione Scienze
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Gillie Waddington

La fratturazione idraulica – nota ai più con l'equivalente anglofono fracking – potrebbe essere causa di terremoti di alta intensità più di quanto si sia sospettato finora. Il collegamento tra fracking e movimenti tellurici sembra uscire sempre più dall'ambiente circoscritto dell'attivismo civile, per giungere a riviste scientifiche di settore, quali Geology. La comunità scientifica si mostra comunque scettica rispetto alla possibilità che la fratturazione idraulica possa creare veri e propri terremoti.

Precisiamo brevemente cosa è il fracking procurato dall'uomo. Si tratta di una pratica finalizzata a massimizzare il recupero di idrocarburi quali petrolio e gas da argille creando fratture attraverso trivellazione, allargandole con immissione di liquidi e rendendole permanenti con inserimento di sabbia, ghiaia o granuli di ceramica. Le trivellazioni raggiungono grandi profondità, ma in America la posizione ufficiale degli scienziati esclude collegamenti con terremoti di rilievo, pur ammettendo la possibilità di micro-sismi impercettibili e privi di conseguenze. La possibilità che questa pratica possa invece causare contaminazione delle acque sotterraneo ha portato diversi paesi a vietarne la pratica.

Eppure il terremoto di magnitudo 5.7 in Oklahoma a dicembre del 2011 potrebbe essere causato, secondo quanto riportato da Geology, dalla fratturazione idraulica praticata da alcune compagnie estrattifere nello stesso stato americano. Gli scienziati hanno fatto osservare che i terremoti con una magnitudo 5.0 o superiore sono molto rari in tutta la regione ad est delle Montagne Rocciose. Ma tra il 2008 e il 2011 i "tremori" della terra sono stati 11 volte più frequenti di quanto riportato negli 11 anni precedenti. Il 66% dei terremoti rilevati tra il 2008 e il 2011, inoltre, si sono concentrati nell'ultimo anno in esame.  La loro entità, peraltro  non è affatto assecondabile: secondo l'agenzia governativa US Geological Survey (USGS), infatti, dal 2009 si sono registrati 25 terremoti all'anno di magnitudo 3.0 o superiore, contro una media di 1,2 terremoti all'anno nel mezzo secolo precedente. Se la comunità scientifica dovesse confermare le tesi avanzata su Geology, le conseguenze del fracking potrebbero essere letteralmente "smisurate", perché estese nel tempo e nello spazio. La creazione della frattura, infatti, potrebbe causare terremoti anche dopo 20 anni e percepibili fino a 1300 chilometri di distanza dall'epicentro.

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