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Fibromi uterini, l’embolizzazione ha meno complicanze della miomectomia: lo studio

Un team di ricerca dell’organizzazione sanitaria americana Kaiser Permanente ha determinato che la tecnica di embolizzazione dei fibromi uterini presenta meno complicazioni della miomectomia, il tradizionale intervento chirurgico di rimozione. Dall’analisi statistica condotta sui dati di circa mille donne è emerso che la tecnica mini-invasiva riduce il numero di trattamenti aggiuntivi (come le trasfusioni) e il sanguinamento mestruale abbondante.
A cura di Andrea Centini
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Credit: silviarita
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L'embolizzazione dei fibromi uterini (UFE) è un trattamento mini-invasivo che determina meno complicazioni dell'intervento chirurgico tradizionale, la miomectomia, pur mantenendone la medesima efficacia. Tra i benefici evidenziati vi è un minor numero di ospedalizzazioni e trattamenti aggiuntivi dopo l'operazione, oltre che una riduzione del sanguinamento mestruale. Lo ha determinato un team di ricerca associato al Kaiser Permanente di Los Angeles, la più grande organizzazione di assistenza sanitaria gestita degli Stati Uniti. Gli scienziati, coordinati dal radiologo Jemianne Bautista-Jia, sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto un'analisi statistica sui dati di circa mille pazienti.

La ricerca. Gli studiosi hanno analizzato i casi di 950 donne con fibromi uterini attraverso uno studio di coorte retrospettivo. Le partecipanti, metà delle quali trattate con la procedura di embolizzazione e l'altra metà con la miomectomia, sono state seguite dal 1° gennaio del 2008 al 31 dicembre del 2014. Dopo il periodo di follow-up Bautista-Jia e colleghi hanno evidenziato che le donne trattate con la rimozione chirurgica dei fibromi hanno manifestato un tasso più elevato di complicazioni post intervento. Fra esse vi era ad esempio un tasso di trasfusioni di sangue del 2,9 percento rispetto all'1,1 percento rilevato nelle pazienti trattate con l'embolizzazione, una procedura minimamente invasiva che prevede l'occlusione dei vasi sanguigni che apportano nutrimento ai fibromi. Interventi supplementari sono stati necessari nell'8,6 percento delle donne trattate con embolizzazione contro il 9,9 percento delle pazienti sottoposte a miomectomia. Anche il sanguinamento mestruale abbondante è stato ridotto significativamente nelle donne trattate con la tecnica mini-invasiva (75,4 percento contro 49,5 percento delle pazienti sottoposte a rimozione chirurgica dei fibromi). Tenendo presente che i fibromi uterini colpiscono un grande numero di donne – si stima che a 50 anni di età la maggior parte li abbia sviluppati – si tratta di numeri da non sottovalutare.

Varie opzioni. “Ci sono fattori importanti che le donne dovrebbero tenere in considerazione quando scelgono tra le procedure, tra cui il rischio di sanguinamento, la possibilità di infezioni e il tempo di recupero”, ha dichiarato l'autore principale dello studio, sottolineando la bontà della tecnica di embolizzazione (che non tutte le pazienti conoscono). I fibromi uterini sono tumori benigni che possono essere trattati con varie opzioni, tra i quali vi è anche l'isterectomia e l'uso di farmaci; l'embolizzazione, è in pratica una "procedura di mezzo", che potrebbe essere presa in considerazione da molte più donne, naturalmente sempre su consiglio del proprio medico curante. I dettagli dello studio americano sono stati presentati in seno al meeting annuale della Society of Interventional Radiology.

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