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Covid 19

Farmaco per infezioni da tenia uccide il coronavirus: speranze per nuova terapia a singola iniezione

Un antiparassitario utilizzato per combattere le parassitosi da tenia ha dimostrato una spiccata efficacia antivirale contro il coronavirus SARS-CoV-2 in test di laboratorio. Un team di ricerca dell’Università di Liverpool ha progettato un nuovo metodo di somministrazione a base di nanoparticelle che potrebbe dar vita a una nuova terapia anti Covid di lunga durata con una singola iniezione.
A cura di Andrea Centini
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Da quando è scoppiata la pandemia di COVID-19 medici e scienziati di tutto il mondo si sono messi alla ricerca di farmaci potenzialmente efficaci contro l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2. Tra i medicinali già disponibili e approvati per altre malattie, alcuni hanno dato risultati contrastanti o deludenti, come ad esempio l'antimalarico idrossiclorochina e gli antiretrovirali lopinavir e ritonavir, mentre altri si sono dimostrati particolarmente efficaci nell'abbattere la mortalità, alla stregua del corticosteroide desametasone. Gli effetti di molti principi attivi sono ancora sotto le lenti di ingrandimento degli studiosi. Tra i più promettenti vi è la niclosamide, un composto chimico fortemente insolubile utilizzato per combattere le infezioni provocate dalla tenia (parassitosi). In test di laboratorio ha dimostrato di avere una spiccata attività nel neutralizzare il coronavirus e, grazie alle sue proprietà e al basso costo, potrebbe essere un ottimo candidato iniettabile con una lunga durata d'azione.

A determinare che la niclosamide possa rappresentare un valido farmaco anti Covid è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati del Centre of Excellence in Long-acting Therapeutics dell'Università di Liverpool, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Materials Innovation Factory e dei dipartimenti di Chimica, Farmacologia e Terapia. Gli scienziati, coordinati dai professori Andrew Owen e Steve Rannard, rispettivamente un farmacologo e un chimico dei materiali, hanno dimostrato che una formulazione di nanoparticelle a base di niclosamide può offrire una elevata azione antivirale di lunga durata che con una singola iniezione. Il "segreto" non starebbe solo nelle caratteristiche del farmaco, ma anche nella sua formulazione/somministrazione, che in modelli preclinici ha dimostrato risultati significativi. Grazie a una peculiare tecnica di nanoprecipitazione eseguita in laboratorio i ricercatori sono riusciti a ottenere nanoparticelle di niclosamide che “possono essere conservate come solidi, ricostituite con acqua e utilizzate come farmaci iniettabili a lunga durata d'azione”, si legge in un comunicato stampa dell'ateneo.

“Riutilizzare i composti farmacologici è molto più che utilizzare farmaci esistenti per combattere una nuova malattia. Occorre dimostrare che il composto farmacologico attivo esistente è attivo a un livello significativo, quindi va riformulato per affrontare nuove sfide”, ha dichiarato il professor Rannard. “Modificare il modo in cui il paziente riceve il composto farmacologico è estremamente critico per l'efficacia. La niclosamide è un candidato ideale da testare come potenziale terapeutico iniettabile a lunga durata d'azione per il trattamento della COVID-19”, ha aggiunto l'esperto. Come sottolineato dal professor Owen, il riutilizzo di altri farmaci contro il coronavirus SARS-CoV-2 ha dato risultati contrastanti, pertanto la reale efficacia della nuova terapia potrà essere determinata solo attraverso approfonditi studi clinici randomizzati e controllati. Come indicato, poiché la sperimentazione clinica ha dimostrato una significativa efficacia nel neutralizzare il virus, si sta procedendo per coinvolgere i primi pazienti della fase clinica.

L'obiettivo non è solo ottenere un farmaco sicuro ed efficace, ma anche uno a basso costo che possano usare tutti. “Una pandemia globale richiede una soluzione globale ed è fondamentale che gli interventi siano disponibili per tutti e non solo per i pochi privilegiati. Di conseguenza, stiamo lavorando per rimuovere gli ostacoli alla disponibilità per i Paesi a basso e medio reddito, per garantire un accesso equo se il successo clinico della terapia sarà dimostrato”, ha concluso il professor Owen. I dettagli della ricerca “Scalable nanoprecipitation of niclosamide and in vivo demonstration of long-acting delivery after intramuscular injection” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nanoscale.

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