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Essere disoccupati peggiora il nostro carattere

Secondo una ricerca scozzese, non lavorare per lunghi periodi (diversi tra uomo e donna) modifica il carattere, riducendo ulteriormente la possibilità di trovare un impiego.
A cura di Redazione Scienze
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Se abbiamo la capacità di agire (e comporre) l'ambiente sociale, questo ha la capacità di cambiarci. Nessuna sorpresa, in verità, se non fosse che la ricerca dell'Università di Stirling nel Regno Unito si concentra su un'esperienza in particolare: la disoccupazione. Questo status, infatti, protratto per un lungo periodo modifica la psicologia di uomini e donne. La ricerca è stata condotta su un campione di 6.769 tedeschi (3,763 uomini e 3,063 uomini), di cui 210 disoccupati. La concorrenza tra lavoratori finisce così per lasciare indietro alcuni e modificarli in peggio.

Le caratteristiche monitorate dai ricercatori sono state cinque: meticolosità, nervosismo, disponibilità,estroversione, franchezza. Variabili che hanno fatto registrate un sostanziale peggioramento in caso di disoccupazione protratta per due anni negli uomini e di un anno nelle donne. Gli uomini, in particolare, cominciano a diventare meno puntuali e precisi e a riempire il proprio tempo di giornate inconcludenti. Un progressivo abbandono che rende ancora più difficile la possibilità di trovare lavoro. Come ha spiegato un portavoce dell'ateneo scozzese, "i disoccupati possono essere ingiustamente stigmatizzati a causa di un cambiamento di personalità inevitabile, inserendoli potenzialmente in un circolo vizioso che accresce le difficoltà nel mercato del lavoro".

Era ipotizzabile, ancora prima di questa ricerca, che le esperienze negative siano capaci di cambiarci e che alcune di queste tendano ad indebolirci piuttosto che a "rilanciarci" con una personalità più forte. Tuttavia la possibilità di fare riferimento ad una ricerca scientifica impone una maggiore consapevolezza diffusa – nella società e nelle dinamiche di selezione del personale – e di chi rappresenta la politica. E' questa, infatti, che "svolge – riferisce ancora il portavoce dell'università – un ruolo chiave nella prevenzione dei cambiamenti di personalità nella società, con tassi di disoccupazione più bassi e offrendo maggiore sostegno ai disoccupati". Secondo i ricercatori, infatti, una disoccupazione diffusa può modificare il carattere della società stessa. Il pericolo, dunque, si estende dall'oggi al domani e dal singolo al pubblico.

[Immagine di Adriano Perani]

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