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Embrioni uomo-pecora creati in laboratorio: ‘coltiveremo’ organi per i nostri trapianti

Un team di ricerca americano ha creato i primi embrioni ibridi uomo-pecora. L’obiettivo è creare animali con organi umani da sacrificare all’occorrenza per i trapianti, ma la controversa ricerca non è esente da criticità, soprattutto sotto il profilo etico.
A cura di Andrea Centini
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Per la prima volta sono stati creati in laboratorio embrioni ibridi uomo-pecora, delle cosiddette “chimere interspecie” che potrebbero rivoluzionare il campo del trapianto d'organi. L'obiettivo degli scienziati, infatti, è quello di creare animali nei quali crescano organi compatibili con gli esseri umani, da sacrificare all'occorrenza per abbattere le liste d'attesa dei trapianti. Gli autori della controversa ricerca, un team composto da studiosi dell'Università della California di Davis e dell'Università di Stanford, hanno collaborato con gli scienziati del Salk Institute di Baltimora che nel 2017 crearono i primi ibridi uomo-maiale. In questo caso, tuttavia, è stato fatto un notevole passo avanti, introducendo nelle chimere un numero sensibilmente superiore di cellule staminali umane. Se nei maiali il rapporto era infatti di una cellula ogni 100mila di maiale, con le pecore si è passato a una ogni 10mila.

Tra i principali vantaggi nell'uso degli ovini vi è il fatto che i loro embrioni si ottengono più facilmente attraverso la fecondazione in vitro, inoltre sono necessari minori embrioni da trapiantare per condurre gli esperimenti (per i maiali ne servono 50, per le pecore ne bastano quattro). Il dettaglio più importante, tuttavia, risiede nel fatto che gli ovini hanno permesso di aumentare il numero di cellule umane nelle chimere, comunque non ancora sufficiente per l'obiettivo prefissato. Secondo gli scienziati  dovrebbe appartenere alla nostra specie l'1 percento delle cellule, al fine di creare un organo che non venga rigettato una volta trapiantato. Gli embrioni di maiale e pecora, grazie alla tecnica di editing genetico CRISPR-CAS9, sono stati fatti "nascere" senza le cellule per sviluppare il pancreas, e lo scopo delle cellule umane è proprio farne crescere uno al loro interno compatibile con la nostra specie. Naturalmente col tempo verranno presi in considerazione anche altri organi, come ad esempio fegato e cuore.

Il principale rischio di una simile procedura, che prevede l'iniezione di cellule staminali di una specie nell'embrione di un'altra, è che si possano generare dei veri e propri mostri non distanti da quelli presenti nel romanzo “L'isola del dottor Moreau” di Herbert George Wells. Gli scienziati ne sono ben consapevoli. Certo, si è ben lontani dal creare un maiale o una pecora col volto di un uomo, ma come ha sottolineato il professor Pablo Ross, uno degli autori principali della ricerca, se si dovesse scoprire che le cellule umane confluiscono nel cervello dell'animale – o nelle gonadi – gli esperimenti verrebbero immediatamente sospesi. “Il contributo delle cellule umane è ancora molto piccolo”, ha comunque rassicurato il biologo Hiro Nakauchi dell'Università di Stanford.

Va inoltre sottolineato che, al momento, i ricercatori statunitensi hanno la possibilità di far sviluppare questi embrioni ibridi fino a 28 giorni, poi sono obbligati a distruggerli per non incorrere in pesantissime sanzioni. Sono già ostacolati sotto il profilo dei finanziamenti dalle autorità federali, ma intendono comunque proseguire con gli esperimenti poiché sono convinti di poter salvare la vita alle migliaia di persone che muoiono in attesa di un trapianto. Ma è davvero corretto far nascere e crescere simili creature solo per ucciderle e prelevare gli organi? La questione etica è delicatissima, come sottolineato dagli stessi scienziati. Chiedono però di estendere a 70 giorni la possibilità di sviluppo di questi embrioni, perché 28 sono troppo pochi per verificare se la strada presa sia quella giusta. In base alle loro previsioni, entro 5, massimo 10 anni, sarà comunque possibile creare organi umani all'interno di queste chimere. I dettagli sugli esperimenti condotti sugli ovini sono stati presentati all'ultima riunione dell'organizzazone American Association for the Advancement of Science (AAAS) tenutasi ad Austin, in Texas.

[Credit: Salk Institute/Juan Carlos Izpisua Belmonte]

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