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El Niño è provocato anche dai vulcani: gli effetti delle eruzioni sul fenomeno climatico

Attraverso complessi modelli matematici, ricercatori americani hanno scoperto che le grandi eruzioni dei vulcani tropicali come quella di Pinatubo nel 1991 possono catalizzare lo sviluppo di El Niño, fenomeno climatico ciclico e devastante.
A cura di Andrea Centini
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Eruzione Monte Pinatubo, 1991
Eruzione Monte Pinatubo, 1991

Le eruzioni più grandi ed esplosive di vulcani tropicali possono innescare il cosiddetto El Niño, un fenomeno climatico periodico – legato al surriscaldamento anomalo dell'Oceano Pacifico equatoriale – che ha effetti devastanti a livello locale e manifestazioni su scala globale. Lo hanno determinato ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali presso l'Università Rutgers-New Brunswick, Stati Uniti d'America, sfruttando simulazioni al computer e complessi modelli matematici. I dati più importanti che hanno permesso di trovare il legame tra le eruzioni vulcaniche ed El Niño, il cui nome completo è El Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO, El Niño-Southern Oscillation), derivano soprattutto dall'evento esplosivo del Monte Pinatubo, avvenuto nel 1991 nelle Filippine.

Secondo i ricercatori, coordinati dal professor Alan Robock, il fenomeno sarebbe catalizzato dall'espulsione di milioni di tonnellate di anidride solforosa che scaturisce dalle esplosive eruzioni tropicali. Invadendo la stratosfera, questo composto genera una “nuvola” di acido solforico in grado di bloccare le radiazioni solari e raffreddare la temperatura superficiale globale, che a sua volta produce un effetto a catena in grado di favorire la potenza di El Niño. Com'è noto questo fenomeno si manifesta periodicamente ogni tre/sette anni, causando gravi inondazioni, siccità, perturbazioni di varia entità e un cambio nella circolazione atmosferica a livello globale. Solitamente i Paesi più colpiti sono quelli affacciati sull'Oceano Pacifico che basano le proprie economie su pesca e agricoltura.

“Non possiamo prevedere le eruzioni vulcaniche, ma quando avverrà la prossima saremo in grado di fare un lavoro molto migliore nella previsione dei cambiamenti stagionali”, ha sottolineato il professor Robock. “Tutto ciò che serve è un numero – ha proseguito lo studioso -, ovvero quanto biossido di zolfo entra nella stratosfera, un valore misurabile con i satelliti il giorno successivo all'eruzione”. I ricercatori americani durante la loro indagine hanno dimostrato che picchi di El Niño sono stati registrati in corrispondenza di quattro grandi eruzioni: Santa María (Guatemala) nel 1902, Monte Agung (Indonesia) nel 1963, El Chichón (Messico) nel 1982 e la già citata Pinatubo.

Sapere in anticipo in che modo si scateneranno le precipitazioni di El Niño (letteralmente “Il Bimbo”, da Bambin Gesù, dato che il fenomeno si presenta sempre nel periodo natalizio) potrebbe aiutare gli agricoltori a prendere decisioni su quali colture far crescere, ma una scoperta del genere potrebbe avere un impatto socioeconomico molto più ampio. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.

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