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Ecco Plutone in primo piano (o quasi)

Lo ha inviato sulla Terra la sonda New Horizons, sempre più vicina alla meta.
A cura di Nadia Vitali
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Immagine ricevuta l'8 luglio (Credits: NASA-JHUAPL-SWRI)
Immagine ricevuta l'8 luglio (Credits: NASA-JHUAPL-SWRI)

Dopo un viaggio durato più di nove anni, dopo aver percorso tre miliardi di chilometri verso i confini del Sistema Solare, dopo aver fatto temere a causa di un black out verificatosi quasi ad un soffio dalla meta, finalmente la sonda NASA New Horizons è pronta ad incontrare Plutone: i passaggi radenti stanno ufficialmente per iniziare.

Ad 8 milioni di chilometri

E così, nella prima mattina dell'8 luglio, gli scienziati della missione hanno ricevuto questa immagine del Pianeta nano, la più dettagliata tra quelle fino ad ora inviate da LORRI, Long Range Reconnaissance Imager, strumento a bordo di New Horizons. Lo scatto è del giorno precedente ed è stato rubato quando il veicolo spaziale si trovava ad "appena" 8 milioni di chilometri dalla superficie di Plutone. Una fotografia doppiamente sospirata, dato che è la prima ad essere inviata dopo che il 4 luglio la sonda ha fatto registrare l'anomalia che l'aveva fatta entrare in safe mode.

Una superficie da esplorare

L'obiettivo punta grossomodo in direzione dell'area alla quale si avvicinerà New Horizons il prossimo 14 luglio: uno scenario del Pianeta nano dominato da tre ampie regioni che si mostrano con diverse luminosità. La più notevole è scura ed ha una caratteristica forma allungata che si estende nei pressi dell'equatore; informalmente è conosciuta tra gli scienziati come "la balena". C'è anche una ampia regione di circa 2.000 chilometri quadrati luminosa e a forma di cuore. Sopra queste aree c'è una regione polare dalla luminosità intermedia. Infine gli scienziati hanno individuato una struttura a forma di ciambella, dal diametro di circa 350 chilometri, che ad un primo sguardo sembrerebbe ricordare formazioni analoghe che si trovano in altri punti del Sistema Solare: forse un cratere da impatto o, magari, un vulcano.

La prossima volta in cui vedremo questa parte di Plutone una porzione di questa regione apparirà ad una risoluzione migliore di circa 500 volte, rispetto a quella di oggi. Sarà incredibile! – Jeff Moore, NASA's Ames Research Center

Plutone e Caronte ritratte nella tarda giornata dell'8 luglio, con la sonda a circa 6 milioni di chilometri (Credits: NASA-JHUAPL-SWRI)
Plutone e Caronte ritratte nella tarda giornata dell'8 luglio, con la sonda a circa 6 milioni di chilometri (Credits: NASA-JHUAPL-SWRI)

Plutone e Caronte

Obiettivo del sorvolo di New Horizons sarà anche il più massiccio tra i satelliti naturali di Plutone, Caronte: l'occasione è imperdibile per tentare di conoscere qualcosa in più su questi due mondi ghiacciati che orbitano assieme da miliardi di anni ma che, a parer degli scienziati, sono estremamente diversi l'uno dall'altro. L'ipotesi degli astronomi è che a formare i due corpi celesti, infatti, sia stata una collisione avvenuta in epoche remotissime che non disintegrò i due oggetti iniziali ma li lasciò, comunque, come due stranieri benché costantemente uniti al pari di due fratelli.

I contrasti di oscurità e luce che caratterizzano la superficie di Plutone, ad esempio, sono assenti in Caronte in cui soltanto una buia regione polare interrompe un terreno sostanzialmente uniforme sul grigio chiaro. I materiali rossastri che colorano Plutone sono assenti su Caronte, così come sul satellite è assente l'atmosfera, significativa sul Pianeta nano. Monossido di carbonio, azoto e metano sono presenti su Plutone ma non li troveremmo su Caronte. L'interno del Pianeta nano, infine, sarebbe perlopiù roccioso, a differenza di quello della Luna che dovrebbe contenere acqua ghiacciata e roccia in misura più o meno analoga.

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