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È morta l’orca Kasatka: uccisa con l’eutanasia dopo 40 anni vissuti in cattività

Il maestoso cetaceo è stato abbattuto al SeaWorld di San Diego a causa di una grave infezione batterica polmonare, che aveva iniziato ad aggredire l’intero organismo. Era malata da molto tempo.
A cura di Andrea Centini
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Dopo circa quaranta anni trascorsi in cattività nel SeaWorld di San Diego, uno dei parchi marini più famosi al mondo, l'orca Kasatka è morta. È stata uccisa con l'eutanasia a causa del repentino peggioramento delle condizioni di salute, messe a dura prova da un'infezione batterica polmonare che aveva iniziato a diffondersi al resto dell'organismo. La malattia fu diagnosticata circa dieci anni fa, nel 2008, e sino ad oggi il personale veterinario della struttura era riuscito a contenerne gli effetti nefasti. A causa dell'invecchiamento, come si legge nel comunicato ufficiale del parco, le difese immunitarie del mammifero marino si sarebbero ridotte a tal punto da lasciarlo in balia dell'infezione. Gli effetti devastanti sulla pelle erano diventati particolarmente evidenti, come mostrano alcune fotografie sulle gravi e diffuse lesioni al di sotto della mandibola.

Il comunicato ufficiale di rito cozza irrimediabilmente con l'invettiva degli animalisti e di coloro che in passato hanno lavorato al SeaWorld, come John Hargrove, che è stato addestratore di Kasatka per ben 14 anni fino al 2012, quando lasciò l'incarico. “Ciò che avviene nei parchi come SeaWorld è un abominio – ha sottolineato l'ex addestratore -, le orche vivono in condizioni orribili e muoiono in agonia”. “È una vergogna per l'umanità”, ha chiosato, non prima di aver sottolineato le proprie responsabilità per le terribili sofferenza inferte a questi cetacei.

Il dito è puntato contro la cattività, un vero e proprio dramma per animali così maestosi, sociali e intelligenti, portati alla frustrazione e all'infelicità da una vita condotta solo per esibirsi innanzi al pubblico pagante. Grazie al documentario “Blackfish” del 2013 – che ha acceso i riflettori sulla condizione delle orche in cattività – e alla maggior consapevolezza dei temi ambientali, SeaWorld, sotto pressione, ha deciso di fare un passo indietro e ha programmato la progressiva chiusura degli spettacoli, dei quali l'ultimo è previsto per il 2019.

Al momento sono ancora 21 le orche tenute in cattività nei tre parchi SeaWorld (10 a San Diego, 6 a Orlando e 5 San Antonio), e quello di Kasatka è soltanto l'ultimo di una serie di decessi in circostanze dolorose e premature. Negli scorsi mesi morirono per ragioni analoghe Tilkum, orca balzata agli onori della cronaca perché coinvolta nell'uccisione di tre persone, e la piccola Kyara, di appena tre mesi. In natura si stima che questi cetacei possano vivere sino a 90 anni, ma rinchiusi nei parchi acquatici sopravvivono generalmente la metà del tempo. Va sottolineato che nessun uomo è mai stato ucciso da orche in natura. Un discorso diverso va fatto per gli animali tenuti in cattività, spinti all'aggressività dalla prigionia in ambienti circoscritti, dalla vicinanza con esemplari che mal tollerano e dai comportamenti innaturali cui sono obbligati. Sotto accusa anche i trattamenti farmacologici.

Kasatka con uno dei suoi figli
Kasatka con uno dei suoi figli

Kasatka fu catturata nel lontano 1978 in Islanda, quando aveva appena due anni, e ha vissuto praticamente tutta la sua vita in una piscina. Ha avuto quattro figli (due maschi e due femmine), sei nipoti e due pronipoti, tutti destinati alla stessa vita di privazione, lontana dal proprio habitat naturale.

[Foto di SeaWorld San Diego]

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