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È in Italia la pianta ‘aliena’ panace di Mantegazza che rende ciechi e ustiona: com’è fatta

Il panace di Mantegazza, originario del Caucaso e dell’Asia centrale, è stato ingenuamente introdotto in Italia e in altri Paesi come pianta ornamentale. È una specie di erba altamente invasiva e gigantesca, le cui sostanze tossiche possono provocare gravi fitofotodermatiti e cecità permanente.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Paolo Lippe
Credit: Paolo Lippe

Tra le specie aliene invasive, la pianta chiamata panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum) – o di Mantegazzi – è una di quelle che desta maggiori preoccupazioni anche in Italia, poiché oltre a minacciare la flora e la fauna autoctone rappresenta un serio pericolo per l'essere umano. Entrare in contatto con questa erba gigantesca, infatti, quando si è esposti alla luce solare o ai raggi ultravioletti provoca delle gravi infiammazioni cutanee (fitofotodermatite) con cicatrici e lesioni bollose, dovute ad alcune sostanze tossiche presenti su foglie, radici, steli, semi e fiori. Qualora fossero coinvolti gli occhi, si rischia persino la cecità permanente. Per questa ragione si tratta di una pianta che non va assolutamente toccata. Ecco come fare a riconoscerla, dove si trova e perché è così tossica.

Credit: Fritz Geller-Grimm
Credit: Fritz Geller-Grimm

Cos'è il panace di Mantegazza

Il panace di Mantegazza, conosciuto anche col nome di panace gigante, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiacee o Ombrellifere, della quale fanno parte anche la carota e il prezzemolo. È originaria del Caucaso e dell'Asia Centrale, ma è stata introdotta in Europa, Stati Uniti, Canada e in altri Paesi a partire dalla fine del 1800 come pianta ornamentale. A causa del grande numero di semi che produce, in grado di spostarsi anche di cento metri quando trasportati dal vento e per distanze molto maggiori attraverso l'acqua, ha invaso rapidamente i territori in cui è stata ingenuamente trasferita. In Italia la sua presenza è stata segnalata in diverse regioni, ovvero Liguria, Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta, Trentino e Veneto.

Credit: Appaloosa
Credit: Appaloosa

Come riconoscere un panace di Mantegazza

Il primo dettaglio che permette di distinguere il panace di Mantegazza da quello comune e da piante affini è la grandezza. Questa pianta raggiunge infatti i 5 metri di altezza e occasionalmente può spingersi sino a 7. Un vero e proprio gigante, caratterizzato da un grosso fusto cavo che spesso è macchiato di rosso e presenta una robusta peluria. Le infiorescenze sono tipiche delle ombrellifere e possono raggiungere gli 80 centimetri diametro; i fiori sono piccoli, bianchi o verdastri, mentre le foglie, lobate, sono caratterizzate da diverse incisioni, da 3 a 5. A causa delle sue dimensioni imponenti, il panace di Mantegazza fa ombra alle piante sottostanti condannandole a morte, con un effetto a catena anche sulla fauna, costretta a cercare altre fonti di sostentamento e dunque a spostarsi dal luogo infestato.

Credit: Linè1
Credit: Linè1

Perché il panace di Mantegazza è tossico

L'estrema tossicità della pianta è legata alla presenza di derivati di furanocumarine nella sua linfa. Questi composti chimici, prodotti per difendersi dai predatori, sono fotomutageni-fototossici, cioè si attivano e diventano pericolosi in presenza di luce solare e raggi ultravioletti. In parole semplici, quando entriamo in contatto con essi riescono a penetrare nel nucleo delle cellule epiteliali e si legano al DNA, determinando la morte della cellula. Il risultato è una grave infiammazione chiamata fitofotodermatite (dermatite causata da piante attivata dalla luce), caratterizzata da ustioni, grandi vesciche e cicatrici, che nei casi più gravi possono essere permanenti. Il rischio maggiore è tuttavia per gli occhi, dato che piccole concentrazioni di linfa sono sufficienti a scatenare cecità temporanea e persino permanente.

Credit: Katykidk
Credit: Katykidk

Cosa fare se si tocca un panace di Mantegazza

Chi entra in contatto con questa pianta deve lavare accuratamente la parte del corpo coinvolta con acqua e sapone ed evitare assolutamente l'esposizione ai raggi solari. Non a caso le terapie standard prevedono giorni – quando non settimane – di ‘clausura', sulla base di quanto indicato dal personale sanitario, da contattare immediatamente quando si tocca (o si pensa di aver toccato) un panace di Mantegazza.

Credit: Paolo Lippe
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Avvistamento ed eradicazione

Quando si avvista questa pianta è doveroso segnalare la sua presenza al comune interessato o alle autorità competenti, che provvederanno alla rimozione. Il fai-da-te con una pianta di questo tipo è pericolosissimo, non a caso gli addetti che intervengono per l'eradicazione hanno robuste ed estese protezioni.

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