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Durante una collisione tra galassie si palesa “una diversa fisica nella zona oscura”

Il ricercatore Richard Massey parla di una “fisica diversa” a proposito di una forza differente da quella gravitazionale che potrebbe interessare la materia oscura.
A cura di Redazione Scienze
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Una fisica diversa nella zona oscura, qualcosa che oltre alla forza gravitazionale vede entrare in gioco una forza ancora da chiarire e conoscere. L'osservazione di galassie in collisione ha reso possibile lo studio della materia oscura, comprendendone il movimento – la materia oscura non si vede – attraverso la tecnica della lente gravitazionale. In estrema sintesi il MUSE sul VLT (Very Large Telescope) cileno dell'ESO ed il telescopio Hubble dell'ESA ha monitorato la collisione di quattro galassie nell'ammasso Avell 3827. La deviazione dei raggi di luce e la distorsione dell'immagine di fondo ha reso possibile l'individuazione della materia oscura.

Ammasso di galassie Abell 3827 nell’immagine dell’Hubble Space Telescope mostra il ricco. Le linee blu mostrano la distribuzione di materia oscura.
Ammasso di galassie Abell 3827 nell’immagine dell’Hubble Space Telescope mostra il ricco. Le linee blu mostrano la distribuzione di materia oscura.

La materia oscura compone circa l'85% della massa dell'Universo, pur non emettendo luce. Secondo recenti studi, rappresenterebbe il 26% dell'energia nell'Universo e si è manifestata attualmente soltanto per i suoi effetti sulla forza gravitazionale. Mai prima di questa osservazione è stato possibile riconoscere nella materia oscura un'interazione diversa da quella della forza di gravità. Gli studiosi hanno potuto notare un ritardo di 5000 anni luce (50.000 milioni di milioni di chilometri) della materia oscura nella sua capacità di "seguire" la galassia che circonda. Questo ritardo rispetto alla galassia che si dirige verso la collisione è interpretabile come conseguenza di un'interazione della materia con sé. Entrerebbe in gioco una forza diversa da quella gravitazionale.

Richard Massey, ricercatore dell’Università di Durham e primo autore della ricerca che è stata presentata sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society del 15 aprile 2015, ha sintetizzato l'importanza dell'osservazione nell'ammasso di galassie Avell 3827: "Eravamo abituati a pensare che la materia oscura stesse lì tranquilla, badando solo a se stessa, fatta eccezione per l’attrazione gravitazionale. Ma se la materia oscura venisse rallentata durante la collisione, potrebbe essere la prima evidenza di una diversa fisica nella zona oscura – l’Universo nascosto intorno a noi".

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