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Due “super Terre” per la stella K2-18: una potrebbe ospitare acqua e vita

Gli astronomi dell’Università di Montreal hanno rivelato nuovi dati su K2-18b, una promettente super Terra che orbita nella fascia abitabile. Grazie a un telescopio dell’ESO è stato scoperto che si accompagna a un’altra super Terra più calda.
A cura di Andrea Centini
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Attorno alla nana rossa K2-18 orbitano due cosiddette super Terre, una delle quali si trova nella fascia abitabile e potrebbe dunque ospitare vita e acqua. In altri termini, questo esopianeta chiamato K2-18b ha le carte in regola per essere un gemello del nostro pianeta in scala superiore. Le super Terre, infatti, sono pianeti extrasolari rocciosi con una massa sino a dieci volte quella terrestre. La sua scoperta non è una vera e propria novità scientifica, dato che fu individuato nel 2015, tuttavia un team di scienziati del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica presso l'Università di Montreal (Canada), grazie a recenti osservazioni ne ha determinato diverse caratteristiche inedite e soprattutto ha trovato suo “fratello”, un altro esopianeta roccioso chiamato K2-18c.

Per l'indagine i ricercatori coordinati dal dottor Ryan Cloutier si sono avvalsi del potente strumento HARPS (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher) equipaggiato sul telescopio dell'European Southern Observatory (ESO), sito nel cuore dell'Osservatorio di La Silla in Cile. Questo dispositivo misura la cosiddetta "velocità radiale delle stelle", in parole semplici lo spostamento compiuto dagli astri rispetto alla nostra posizione. Si tratta di un parametro utilissimo per individuare la presenza di esopianeti e scoprire alcune caratteristiche fisiche.

Dopo aver osservato anomalie a cadenza regolare nella luminosità della stella e dell'esopianeta scoperto due anni fa, Cloutier e colleghi hanno così dimostrato la presenza di K2-18c. Quest'ultimo, pur essendo una super Terra, si trova molto vicino alla nana rossa, ed è dunque troppo caldo per ospitare acqua allo stato liquido e vita. Perlomeno quella che conosciamo noi. L'interesse degli scienziati si è così spostato nuovamente verso K2-18b. Con gli strumenti attualmente disponibili non è possibile sapere con certezza se si tratti di un pianeta completamente roccioso o di uno “acquatico” ricoperto da uno strato di ghiaccio. Gli scienziati potranno rispondere a questa domanda a partire dal 2019, quando verrà messo in funzione il Telescopio Spaziale James Webb, l'erede spirituale di Hubble in grado di analizzare le atmosfere degli esopianeti. K2-18b ne ha sicuramente una e la speranza è che possa trattarsi davvero di un gemello del nostro pianeta. Purtroppo si trova molto lontano, a 111 anni luce da noi, incastonato nella costellazione del Leone. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Astronomy and Astrophysics.

[Credit: Alex Boersma]

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