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Due porzioni di frutta al giorno riducono il rischio di diabete di tipo 2 del 36%

Analizzando l’associazione tra assunzione di frutta, tolleranza al glucosio, sensibilità all’insulina e sviluppo del diabete, un team di ricerca australiano guidato da scienziati della Edith Cowan University (ECU) ha dimostrato che consumare due porzioni di frutta al giorno abbatte il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 36%.
A cura di Andrea Centini
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Che la frutta intera faccia bene alla salute lo sottolinea ogni medico, nutrizionista e scienziato che si occupa di alimentazione, grazie alle vitamine, ai minerali e alle numerose altre sostanze benefiche contenute in questi prodotti della natura. Non a caso tutti noi conosciamo il famoso adagio della mela al giorno che “toglie il medico di torno”. A dimostrare che consumare frutta nel contesto di una dieta sana ed equilibrata è un toccasana per la salute vi è ora un nuovo studio australiano; in base ai risultati, due porzioni di frutta al giorno sono in grado di abbattere del 36 percento il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, la cosiddetta malattia del “sangue dolce”. È considerata una vera e propria emergenza sanitaria globale, con circa 450 milioni di persone colpite nel mondo e altri 374 milioni a rischio di svilupparla. Il diabete di tipo 2 è inoltre associato a molteplici patologie e rappresenta una delle principali comorbilità che catalizza il rischio di mortalità per  COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2.

A determinare che la frutta intera – non i succhi di frutta ricchi di zuccheri – possono abbattere il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è stato un team di ricerca guidato da scienziati della Edith Cowan University (ECU) di Perth e della Scuola di Scienze Biomediche dell'Università dell'Australia Occidentale, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Fisioterapia e Scienze Motorie della Curtin University, del Baker Heart and Diabetes Institute (HDI) di Melbourne, della Deakin University e del Dipartimento di Epidemiologia e Medicina Preventiva della Monash University. Gli scienziati, coordinati dal professor Nicola P. Bondonno, docente presso l'Istituto per la ricerca nutrizionale dell'ECU, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le associazioni tra l'assunzione di frutta, la tolleranza al glucosio, la sensibilità all'insulina e lo sviluppo del diabete durante il periodo di follow-up.

Il professor Bondonno e i colleghi hanno coinvolto nell'indagine poco meno di ottomila cittadini australiani dell'Australian Diabetes, Obesity and Lifestyle Study, per il 45 percento uomini e con un'età media di 54 anni (+/- 12 anni). L'assunzione di frutta e succhi di frutta è stata valutata attraverso questionari alimentari, mentre i livelli di glicemia sono stati misurati a vari step (a digiuno, 2 ore dopo i pasti, etc etc) attraverso test specifici. La comparsa del diabete è stata valutata a 5 e a 12 anni dall'avvio dello studio. Incrociando tutti i dati è emerso che i partecipanti con un consumo moderato di frutta (due porzioni al giorno) avevano il 36 percento di probabilità in meno di contrarre il diabete a 5 anni di distanza rispetto al gruppo che consumava meno frutta, dopo aver aggiustato i dati per i fattori confondenti legati alla dieta e allo stile di vita.

“Abbiamo trovato un'associazione tra l'assunzione di frutta e i marcatori della sensibilità all'insulina; ciò suggerisce che le persone che consumavano più frutta dovevano produrre meno insulina per abbassare i livelli di glucosio nel sangue”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Bondonno. “Questo è importante perché alti livelli di insulina circolante (iperinsulinemia) possono danneggiare i vasi sanguigni e sono correlati non solo al diabete, ma anche all'ipertensione, all'obesità e alle malattie cardiache”, ha aggiunto lo scienziato. La maggior sensibilità all'insulina e il rischio ridotto di diabete è stato osservato nei partecipanti che consumavano frutta, non in quelli che consumavano i succhi di frutta. “Questo è probabile perché il succo tende ad essere molto più ricco di zuccheri e più povero di fibre”, ha dichiarato l'autore principale dello studio.

Ma perché la frutta può essere così salutare nella prevenzione del diabete di tipo 2? Come indicato dagli scienziati australiani, la frutta “oltre a essere ricca di vitamine e minerali è un'ottima fonte di sostanze fitochimiche che possono aumentare la sensibilità all'insulina e di fibre che favoriscono la regolazione del rilascio di zucchero nel sangue, aiutando anche le persone a sentirsi più sazie e più a lungo”. “Inoltre la maggior parte dei frutti ha in genere un basso indice glicemico, il che significa che lo zucchero del frutto viene digerito e assorbito nel corpo più lentamente”, spiega Bondonno. Alla luce di queste premesse, uno stile di vita sano e una dieta equilibrata che include frutta intera viene considerata un ottimo modo per abbattere il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. I dettagli della ricerca “Associations between fruit intake and risk of diabetes in the AusDiab cohort” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

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