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Due italiani tra gli 11 scienziati emergenti migliori al mondo: premiati da Nature

L’ecologo Giorgio Vacchiano e la chimica organica Silvia Marchesan sono stati inclusi dalla prestigiosa rivista Nature tra gli 11 ricercatori emergenti più influenti nel mondo della scienza. Il primo per aver applicato modelli matematici alla gestione delle foreste, la seconda per la creazione di un idrogel in grado di riparare i tessuti e rilasciare farmaci.
A cura di Andrea Centini
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Due giovani italiani, Silvia Marchesan dell'Università di Trieste e Giorgio Vacchiano dell'Università Statale di Milano, sono stati selezionati da Nature tra gli 11 ricercatori emergenti “che stanno lasciando un segno” nel mondo della scienza, grazie ai propri pionieristici studi. Si tratta di un riconoscimento estremamente prestigioso, assegnato attraverso un rigidissimo protocollo di selezione. Basti pensare che sono stati ben 500 i profili dei validissimi candidati vagliati dalla giuria di Nature, fra le più importanti e influenti riviste scientifiche al mondo.

I due, la Marchesan in sesta e Vacchiano in 11/ma posizione, sono entrati nella classifica sulla base del Nature Index e della League of Scholars Whole-of-Web (WoW), una sorta di graduatoria legata alle citazioni conquistate. Per partecipare era necessaria la pubblicazione di un articolo scientifico “di peso” nel 2017 su una delle 82 riviste accreditate, inoltre il lavoro più vecchio (pubblicato) non doveva avere più di 20 anni. Ma perché i nostri connazionali sono stati scelti da Nature?

Silvia Marchesan, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell'Università di Trieste, è stata selezionata per aver sviluppato un idrogel economico e flessibile in grado di rilasciare farmaci, riparare i tessuti danneggiati e all'occorrenza catalizzare le reazioni come fanno gli enzimi. L'idrogel è composto da proteine (tripeptidi) che si assemblano in autonomia, dando vita a una sostanza biocompatibile con proprietà antimicrobiche. La professoressa Marchesan è tornata in Italia nel 2013, dopo aver raggiunto prestigiosi traguardi all'estero: dottorato di ricerca in Chimica presso l'Università di Edimburgo (Regno Unito); ricercatrice onoraria presso lo University College di Londra; ricercatrice postdottorato presso l'Università di Helsinki (Finlandia) e collaboratrice presso l'Organizzazione per la ricerca industriale scientifica del Commonwealth e dell'Università Monash, CSIRO di Melbourne (Australia).

L'immagine della Marchesan su Nature
L'immagine della Marchesan su Nature

Il dottor Giorgio Vacchiano, ricercatore di Assestamento forestale e Selvicoltura presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali della Statale di Milano, è entrato nella classifica di Nature per aver intuito i vantaggi dei modelli matematici applicati alla gestione delle foreste. Grazie a queste simulazioni è possibile conoscere i processi di accrescimento degli alberi in specifiche condizioni, o magari quanti alberi sono necessari per evitare che le rocce franino da un pendio, un parametro fondamentale per prendere le opportune contromisure in un Paese squassato dal dissesto idrogeologico come il nostro. L'impatto dei cambiamenti climatici sulle foreste e la tutela di queste ultime sono altri campi di ricerca portati avanti con profitto dallo scienziato trentottenne. Dopo un'esperienza all'Università dello Utah, negli Stati Uniti, Vacchiano ha affinato i modelli matematici per la gestione delle foreste in seno a un progetto per la Commissione europea.

L'immagine di Vacchiano su Nature
L'immagine di Vacchiano su Nature

Marchesan e Vacchiano sono solo gli ultimi ricercatori italiani insigniti di un prestigioso riconoscimento da Nature. Nel 2017 la rivista inserì la professoressa Marica Branchesi nella Top Ten dei personaggi scientifici più influenti del 2017: l'astrofisica fu premiata per il suo fondamentale lavoro sulle onde gravitazionali.

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