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Covid 19

Due dosi di vaccino Covid di Pfizer e AstraZeneca efficaci con la variante Delta come contro l’Alfa

Analizzando statisticamente i tassi di infezione sintomatica in pazienti vaccinati e non contro il coronavirus SARS-CoV-2, un team di ricerca britannico guidato da scienziati della Public Health England (PHE) ha determinato che l’efficacia delle due dosi contro la variante Delta è praticamente uguale a quella offerta contro la variante Alfa. Un’ottima notizia, considerando che la variante emersa in India è ora dominante in numerosi Paesi, Italia compresa.
A cura di Andrea Centini
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Due dosi di vaccino anti Covid di AstraZeneca e Pfizer sono altamente protettive contro la variante Delta (B.1.617.2, ex seconda variante indiana) del coronavirus SARS-CoV-2, il ceppo che sta guidando la nuova ondata dei contagi in numerosi Paesi. Secondo un nuovo studio, infatti, la vaccinazione completa con i due farmaci offre un'efficacia solo leggermente inferiore rispetto a quella garantita contro la variante Alfa (B.1.1.7, ex inglese), responsabile della seconda/terza ondata di contagi dello scorso inverno. Poiché si tratta di uno studio condotto nel mondo reale, i risultati sono un'ottima notizia per il contrasto alla pandemia di COVID-19. La variante Delta, infatti, dopo essere emersa in India alla fine dello scorso anno, oggi risulta dominante in numerosi Paesi – Italia compresa – a causa di una trasmissibilità del 50 percento superiore rispetto all'Alfa, che a sua volte era il 50 percento più contagiosa del ceppo originale e “selvatico” di Wuhan.

A determinare l'efficacia dei vaccini di AstraZeneca e Pfizer contro la variante Delta è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati della Public Health England (PHE), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell'Imperial College di Londra, del Guy's and St. Thomas' Hospital NHS Trust (MC) e dell'Università di Oxford. Gli scienziati, coordinati dai professori Mary Ramsay e Jamie Lopez Bernal, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente l'incidenza delle infezioni sintomatiche dei pazienti positivi al tampone oro-rinofaringeo (vaccinati e non) da quando la variante Delta ha iniziato a diffondersi nel Regno Unito, dove è divenuta dominante alla metà di maggio. Dal punto di vista squisitamente numerico è stato determinato che la doppia dose del vaccino BNT162b2/Tozinameran (nome commerciale Comirnaty) di Pfizer e BioNTech è efficace all'88 percento nel prevenire la malattia sintomatica (COVID-19) provocata dalla variante Delta, mentre contro la variante Alfa l'efficacia era del 93,7 percento. Per quanto concerne il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, le due dosi hanno garantito un'efficacia del 67 percento contro la variante Delta, di poco inferiore al 74,5 percento registrato contro la variante Alfa. Dunque per entrambi i vaccini si tratta di una protezione notevole, solo leggermente inferiore rispetto a quella offerta contro il ceppo precedentemente dominante. L'efficacia contro la forma grave dell'infezione e la morte, è invece praticamente totale.

Un altro dato particolarmente significativo emerso dallo studio britannico è l'efficacia della singola dose contro l'infezione sintomatica da variante Delta per entrambi i vaccini, che si attesta attorno al 31 percento, un valore significativamente inferiore rispetto al 48,7 percento registrato contro la variante Alfa. In parole semplici, è necessario completare il ciclo vaccinale per essere ampiamente protetti dalla nuova variante di preoccupazione dominante. “Sono state osservate solo modeste differenze nell'efficacia del vaccino contro la variante Delta rispetto alla variante Alfa dopo la somministrazione di due dosi. Le differenze assolute nell'efficacia del vaccino erano più marcate dopo la somministrazione della prima dose. Questa scoperta sosterrebbe gli sforzi per massimizzare la somministrazione del vaccino con due dosi tra le popolazioni vulnerabili”, hanno affermato la professoressa Mary e i colleghi nell'abstract dello studio. I dettagli della ricerca “Effectiveness of Covid-19 Vaccines against the B.1.617.2 (Delta) Variant” sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine, la più autorevole rivista scientifica in ambito medico.

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