Dosi minime di LSD riducono la percezione del dolore senza effetti psichedelici, secondo uno studio
Dosi minime della dietilamide dell'acido lisergico, meglio conosciuta con l'acronimo di LSD, sono in grado di ridurre in modo significativo la percezione del dolore. Diversi studi condotti negli anni '60 e '70 del secolo scorso avevano dimostrato le proprietà da antidolorifico della sostanza psichedelica – tra le più potenti in assoluto, ciò nonostante, poiché fu messa al bando praticamente ovunque come stupefacente, la sperimentazione della molecola si interruppe. Sono negli ultimi anni l'LSD è stato “riabilitato” come potenziale antidolorifico in ambito terapeutico, e il nuovo studio basato sulle dosi minime è stato proprio il primo del nuovo corso a evidenziarne l'efficacia.
A condurre l'indagine è stato un team internazionale guidato da scienziati della Facoltà di Psicologia e Neuroscienze dell'Università di Maastricht, Paesi Bassi, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biomedicina e Dipartimento di Ricerca Clinica dell'Ospedale Universitario di Basilea (Svizzera) e della The Beckley Foundation di Oxford, Regno Unito. Gli scienziati, coordinati dal professor Johannes G Ramaekers, docente presso il Dipartimento di Neuropsicologia e Psicofarmacologia dell'ateneo dei Paesi Bassi, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto 24 pazienti sani a un curioso esperimento.
Gli studiosi hanno assegnato casualmente dosi singole da 5, 10 e 20 microgrammi (µg) di LSD e un placebo, da assumere 1,5 ore prima del test e 5 ore dopo di esso. L'esperimento consisteva nell'immergere una mano in acqua estremamente fredda (3° C) e resistere più a lungo possibile, in vari momenti della giornata. Gli scienziati per le proprie valutazioni hanno tenuto conto di numerosi fattori, come sintomi psichiatrici, valutazioni dei parametri vitali, stato di salute mentale e altro ancora attraverso appositi questionari, nei quali dovevano essere indicate anche le sensazioni sperimentate durante il test.
Dall'analisi dei dati è emerso che i partecipanti trattati con dosi di 20 microgrammi di LSD riuscivano a resistere con la mano nell'acqua gelata più a lungo di quelli che avevano assunto un placebo, di circa il 20 percento. Chi superava i 3 minuti di “resistenza” veniva invitato a smettere dagli scienziati. I volontari trattati con la dose massima consentita dal test di dietilamide dell'acido lisergico hanno segnalato una tolleranza maggiore e una percezione ridotta del dolore, che ha permesso loro di resistere più a lungo. Da sottolineare che le dosi inferiori ai 20 microgrammi non hanno offerto alcun beneficio, mentre queste ultimi sono insufficienti per innescare fenomeni psichedelici. “L'LSD ha aumentato la pressione sanguigna media entro il range normale e ha aumentato leggermente le valutazioni di dissociazione, ansia e somatizzazione”, hanno affermato i ricercatori nell'abstract del proprio studio.
Poiché gli analgesici a base di oppioidi (come la morfina) sono noti per avere diversi effetti collaterali, in particolar modo per quel che concerne la dipendenza, Ramaekers e colleghi sostengono che l'LSD a microdosi possa essere utilizzato come farmaco antidolorifico in sicurezza. Poiché tuttavia nello studio è stato coinvolto un piccolo numero di partecipanti, sarà fondamentale condurre indagini molto più ampie e approfondite. Ad oggi non è ancora noto il meccanismo attraverso il quale l'LSD riesce a ridurre la percezione del dolore; studi su modelli murini (topi) hanno mostrato un effetto sui recettori della serotonina, coinvolta proprio nel dolore, ma è possibile anche che la sostanza abbia un impatto psicologico tale da allontanare la mente dalla sensazione del dolore. I dettagli della ricerca “A low dose of lysergic acid diethylamide decreases pain perception in healthy volunteers” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Journal of Psychopharmacology.