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Dormite di più: la memoria vi ringrazierà

Perdere il sonno non fa bene alla fissazione dei ricordi, lo sostengono diverse ricerche.
A cura di Nadia Vitali
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In merito all'argomento, si sa, ognuno ricorre alle proprie opinioni e alle proprie esperienze personali, al punto da definire soggettiva la necessità di ore di sonno per ciascun essere umano: e probabilmente le cose stanno proprio così, ognuno ha le proprie esigenze fisiche che non necessariamente coincidono con quelle dell'altro. Tuttavia, il risultato di una ricerca condotta di recente, sembrerebbe smentire, almeno in parte, questo assunto, in favore di un effetto a lungo termine che, una quantità di sonno inferiore ai bisogni, avrebbe sulle facoltà del cervello.

Infatti, se nell'immediato capita sovente di sentirsi praticamente immuni dalla stanchezza mentale che il poco sonno dovrebbe arrecare, alla lunga questa perdita di ore di riposo porta effettivamente dei danni alla memoria e alla facoltà di apprendimento. Lo studio, guidato da Peter Meerlo dell'Università di Groningen, è stato presentato all'8° congresso mondiale IBRO, International Brain Research Organization, tenutosi a Firenze: i ricercatori hanno inizialmente addestrato dei topolini a delle attività nello spazio con stimoli ambientali e labirinti, per analizzarne la formazione e fissazione della memoria. Privati successivamente per cinque ore del sonno, i topolini inizialmente procedevano normalmente come avevano imparato ma, nella fase successiva, subivano un notevole calo nelle prestazioni: a lungo termine, dunque, il sonno mancato inizia a farsi sentire notevolmente, è stata la conclusione.

Delusione per quei maturandi e quegli universitari che, chini sui libri, accanto a tazzine di caffè, trascorrono, talvolta, anche le ore notturne: come un articolo recentemente pubblicato su Science ha riportato, i ricercatori delle Università di Washington e del Wisconsin sono, inoltre, giunti alla scoperta che è proprio il sonno a fissare definitivamente nella mente i dati. Gli studiosi hanno preso in esame, questa volta, il comportamento dei moscerini, notando come la formazione della memoria avvenga solo dopo un accurato processo di riordino e pulizia dei ricordi, operato durante le ore di sonno.

Le cellule nervose del cervello, le sinapsi, crescono di quantità e di dimensioni mentre si è svegli, per ridimensionarsi quando si dorme: il lavoro di sistemazione che opera il cervello solo durante il sonno è indispensabile affinché tali sinapsi fissino definitivamente le proprie connessioni con le altre, creando così la "banca dati" dei ricordi. Si risparmia in questo modo una notevole quantità di energia che permette al cervello di lavorare a regimi migliori: un'ottima notizia per gli studenti, purché non si esageri. (fonte Lastampa)

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