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Disturbi mentali: 164 milioni di europei colpiti

Soltanto uno su tre si cura.
A cura di Redazione Scienze
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Il 38,2% della popolazione totale dell’Europa è stato colpito da qualche forma di disturbo mentale: 164 milioni di cittadini, con un impatto economico stimato in circa 798 miliardi di euro. Purtroppo soltanto un europeo su tre si cura o si rivolge ad uno specialista: sono questi i dati presentati a Vienna in occasione del Congresso dell’Associazione Europea di Psichiatria (EPA). Obiettivo del meeting è quello di elaborare piani condivisibili per far fronte a quella che si profila sempre più come un’emergenza globale.

Numeri in crescita

In Italia il problema riguarda 17 milioni di persone. Gli esperti hanno sottolineato come l’aspetto più allarmante riguardi il trend di costante aumento di patologie psichiatriche che, entro il 2030, potrebbero essere le malattie più frequenti a livello mondiale. In particolare continuano a crescere i numeri relativi a depressione (che interessa circa il 7,2% della popolazione europea), disturbi cognitivi come l’Alzheimer (3,5%) e disturbi legati all'abuso di alcol (3,4%). Ma aumentano anche i disturbi da panico e del sonno. Sembra proprio che, mentre il benessere socio-economico diventava un elemento costante nelle vite di tantissimi europei, il disagio esistenziale si insediava stabilmente nelle loro vite e nelle loro case: e poi è arrivata la crisi economica e il peso della disoccupazione crescente che ha colpito e continua a colpire presso tutte le fasce d’età. Studi recenti affermano che questo si è tradotto in un incremento del tasso di suicidi: ad oggi 800.000 casi l’anno in tutto il mondo, 4.000 in Italia.

Una società che ci rende più fragili

In generale, comunque, gli esperti individuano nella stessa struttura della società moderna le radici di questo male oscuro sempre più radicato: i cambiamenti rapidi e gli adattamenti richiesti per far fronte a un mondo in  continua trasformazione pesano sugli equilibri e sulle felicità individuali. Con conseguenze drammatiche soprattutto per le persone più fragili, come i giovani e gli anziani: «A fronte di una complessità crescente delle dinamiche sociali aumentano le tensioni, mentre vengono sempre più a mancare le forme di ammortizzatori per allentare le ansie» ha spiegato lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Azienda ospedaliera Fatebenefratelli di Milano. «È dunque fondamentale che oggi l’Europa investa di più nella salute mentale».

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