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Distrarsi dal dolore

Impegnarsi mentalmente può dare una temporanea sensazione di sollievo dal dolore: un fenomeno che non avviene solo a livello di suggestione psicologica ma che coinvolge anche la produzione di endorfine.
A cura di Nadia Vitali
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neuroscienze

Avere la mente impegnata in qualche attività che richieda concentrazione può essere un toccasana per il dolore: direzionare la propria attenzione verso qualcosa che sia "lontano" dall'organismo sofferente ha un potere benefico che chiunque, almeno una volta nella vita, magari al cospetto del tormento diabolico del mal di testa, ha provato. I vantaggiosi effetti della distrazione sono noti da tempo, non solo a livello aneddotico: se, in passato, era la saggezza a suggerire di liberarsi dal peso della sofferenza rivolgendo le proprie cure ad altro, oggi è noto come tale meccanismo sia un esempio di come un processo cognitivo possa interferire con la percezione del dolore.

Fenomeno psicologico e meccanismo neuronale – Alcuni studiosi della University Medical Center di Amburgo hanno però deciso di indagare al fine di verificare gli eventuali risvolti neuronali del fenomeno, attraverso il ricorso a esperimenti e allo strumento della Risonanza Magnetica Funzionale: già precedenti studi avevano infatti dimostrato, avvalendosi della tecnica di neuroimaging, come la distrazione fosse da collegarsi alle modulazioni nella trasmissione dello stimolo doloroso in diverse regioni corticali e subcorticali del cervello. Grazie ad immagini ad alta risoluzione  non solo del cervello, ma anche del midollo spinale, i ricercatori hanno potuto monitorare la risposta ad una sollecitazione termica che, attraverso un dispositivo applicato al braccio dei partecipanti all'esperimento ad una temperatura di poco superiore ai 47° centigradi, provocava una sensazione sufficientemente dolorosa (non abbastanza, comunque, da danneggiare la pelle).

L'esperimento – Nell'ambito della ricerca, ai volontari era stato richiesto di eseguire alcuni compiti mnemonici, di differente grado di difficoltà: gli scienziati hanno potuto, quindi, verificare sperimentalmente come, immersi in un esercizio più difficile, i soggetti provassero meno dolore. Tuttavia, grazie alla risonanza, è stato anche osservato come tale sensazione non fosse classificabile esclusivamente come un fenomeno psicologico, dal momento che la stessa risposta del midollo spinale risultava meno attiva: la distrazione dal dolore, o per essere più precisi l'impegno su un'attività mentalmente coinvolgente, avrebbe delle conseguenze sulle endorfine, alterandone la produzione. La seconda parte dell'esperimento ha ulteriormente avvalorato i risultati dei ricercatori, che hanno pubblicato il proprio lavoro sulla rivista scientifica Current Biology. Somministrando ad alcuni volontari del naloxone,  farmaco antagonista dell'azione degli oppioidi endogeni, è stato rilevato un ridimensionamento del 40% dell'effetto benefico della distrazione, non osservato negli altri volontari ai quali erano stati distribuiti, a loro insaputa, dei placebo: a conferma del ruolo importante svolto dagli oppioidi endogeni per "salvarci" dal dolore, attraverso la concentrazione su qualcosa di laborioso. Magari, la prossima volta che ci si troverà a fronteggiare un lieve mal di testa, sarà utile tenerlo a mente.

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