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Dipendenza da fumo, chi ricomincia non sente (solo) la mancanza della nicotina

Ricercatori britannici hanno dimostrato che dietro ai numerosissimi casi di recidiva tra gli ex fumatori non c’è soltanto la forte dipendenza generata dalla nicotina, ma anche il desiderio di recuperare la propria identità sociale di “fumatore”, perduta nel momento in cui si è deciso di smettere con il vizio.
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A cura di Andrea Centini
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I fumatori che decidono di smettere possono perdere la propria identità sociale nel momento in cui diventano ex fumatori, ed è anche per questo che c'è un'altissima recidiva. In altri termini, chi torna a fumare dopo aver smesso, non lo fa soltanto per il forte fattore dipendenza legato alla nicotina, ma anche per una questione squisitamente psicologica. Lo ha dimostrato un team di ricerca della Scuola di Medicina Norwich presso l'Università dell'Anglia Orientale, in Inghilterra, dopo aver condotto uno studio su 43 persone che avevano smesso di fumare e poi ripreso col vizio.

Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Caitlin Notley, hanno chiesto ai partecipanti di raccontare la propria storia col fumo, segnalando i tentativi di smettere, le varie recidive e se fosse in atto (o comunque in previsione) un nuovo taglio alle ‘bionde'. Dai dati ottenuti hanno analizzato statisticamente quelli dei 23 partecipanti che hanno fornito il maggior numero di informazioni sul proprio vizio. Notley e colleghi hanno scoperto che molti ex fumatori riprendevano il vizio per recuperare la propria identità sociale di fumatore, andata persa quando hanno deciso di smettere.

Il fumo, spiegano i ricercatori, coinvolge numerosi fattori comportamentali, rituali, sociali ed emotivi che esulano dalla dipendenza fisica, e che per moltissimi si cementificano sin dall'adolescenza, quando di solito si iniziano a fumare le prime sigarette e si forgia la personalità. “Le persone (che riprendono a fumare ndr) vogliono sentirsi parte di un gruppo sociale e recuperare il senso di ciò che sono”, ha sottolineato la professoressa Notley. È noto quanto l'ambiente sociale e le relazioni personali riescano a influenzare le persone, e il fumo, che genera la figura sociale del “fumatore”, diventa una parte importante dell'identità di chi ha questo vizio.

“Quando le persone tentano di smettere di fumare – ha aggiunto la ricercatrice – ciò che stanno realmente facendo è tentare di seppellire una parte della loro vecchia identità e di riconfigurarne una nuova. Può essere difficile, specialmente quando è qualcosa che ha fatto parte per la maggior parte del tempo della vita adulta. Rinunciare al fumo, inoltre, per molti può significare anche la perdita di determinati gruppi sociali, e non tutti riescono a ricostruirsi una nuova identità sociale.

Riprendere a fumare, per molti degli intervistati, è servito ad affrontare una fase particolarmente stressante della propria vita. Il recupero dell'identità di fumatore ha scatenato in tutti un'intensa risposta emotiva, che passava dal piacere al senso di colpa e alla vergogna.

Per gli studiosi sono tutte informazioni preziose, che possono aiutare le persone a uscire definitivamente da questo pericolosissimo vizio. Del resto i pacchetti di sigarette con immagini orrende e le statistiche agghiaccianti su mortalità e malattie non sempre riescono a far leva nei più irriducibili. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Substance Use.

[Credit: tatltin]

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