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Dimezzato il rischio di infarto nei pazienti con diabete di tipo 2 grazie a nuove terapie

L’intuizione di somministrare ai pazienti diabetici farmaci per prevenire eventi cardiovascolari come ictus e infarto è stata estremamente efficace. Secondo uno studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC), infatti, le nuove terapie basate su questi medicinali in 15 anni hanno dimezzato il rischio di infarto per i diabetici, oltre ad aver abbattuto il rischio di morte prematura.
A cura di Andrea Centini
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Grazie alla prescrizione di farmaci per prevenire eventi cardiovascolari, il rischio di sviluppare un attacco di cuore e di morire prematuramente nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 si è praticamente dimezzato. La somministrazione preventiva di questa classe di medicinali si è infatti standardizzata negli ultimi venti anni, ma fino ad oggi non era stato calcolato quanto fosse efficace. A tradurlo in numeri, estremamente positivi, un team di ricerca danese coordinato da scienziati dell'Ospedale Universitario di Aarhus.

Com'è noto da studi epidemiologici, le persone che soffrono di diabete di tipo 2 (circa il 90 percento delle forme di diabete) hanno il doppio delle probabilità di sperimentare un infarto del miocardio e di morire per un evento cardiovascolare, come un ictus. La presenza continuata di elevati livelli di glucosio nel sangue espone infatti a numerosi rischi per la salute: “Le maggiori complicanze derivate dal diabete possono arrecare al paziente danni anche importanti a livello neurologico, renale, oculare e cardio-cerebrovascolare”, scrive l'Istituto Humanitas.

Poiché ictus, infarto e altre condizioni sono un rischio verosimile nei pazienti affetti dalla patologia metabolica, nell'ultimo ventennio è stato cambiato in modo significativo l'approccio terapeutico da parte dei medici: oltre a contemplare una dieta più sana, attività fisica e laddove necessario farmaci quali la metformina e l'insulina, da diverso tempo prevede anche la somministrazione di farmaci atti a prevenire gli eventi cardiovascolari.

Per verificare l'efficacia di questa misura, gli scienziati guidati dalla professoressa Christine Gyldenkerne hanno analizzato le cartelle cliniche di tutti i pazienti danesi con diabete di tipo 2 sottoposti alla terapia tra il 1996 e il 2011, per un totale di oltre 210mila partecipanti coinvolti. Associando ciascun paziente diabetico a cinque soggetti sani (con la stessa età e lo stesso sesso) e incrociando tutti i dati disponibili, hanno osservato che i pazienti con diabete di nuova diagnosi (quindi trattati solo con le nuove terapie) e senza una storia di malattie cardiovascolari hanno sperimentato un rischio ridotto di infarto del 61 percento, mentre quello di morte prematura è risultato abbattuto del 41 percento.

Mettendo a confronto il rischio iniziale dei pazienti con quello della popolazione generale e valutandolo nel corso del tempo, gli scienziati hanno notato che si è ridotto progressivamente, verosimilmente perché i diabetici avevano iniziato ad assumere le medicine preventive. “Alla fine dello studio, il rischio di infarto tra i pazienti con diabete era solo marginalmente più alto (0,6 percento) rispetto alla popolazione generale”, hanno scritto in un comunicato stampa Gyldenkerne e colleghi. Il dato certificherebbe l'efficacia dei farmaci per prevenire infarto e ictus. Ad esempio, notano i ricercatori, l'uso di farmaci per abbattere il colesterolo è aumentato di dieci volte, quello di farmaci per abbassare la pressione di quattro volte e dell'aspirina del 50 percento.

“Il rischio di infarto e morte prematura tra i pazienti con diabete di tipo 2 di nuova diagnosi e senza precedenti malattie cardiovascolari è stato approssimativamente dimezzato dal 1996 al 2011. Nello stesso periodo, la differenza nel rischio di infarto e morte per i pazienti con diabete, rispetto alla popolazione generale, è stata notevolmente ridotta”, ha dichiarato la professoressa Gyldenkerne. Gli scienziati sottolineano che la loro indagine è stata solo osservativa, dunque non rileva rapporti di causa-effetto, che andranno ricercati da studi ad hoc più approfonditi. I dettagli della ricerca “Nationwide trends for myocardial infarction and mortality among patients with type 2 diabetes mellitus” sono stati presentati all'ESC Congress 2020 – The Digital Experience, il meeting della Società Europea di Cardiologia che quest'anno si sta tenendo online per l'emergenza coronavirus.

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