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Diabete, i broccoli riducono lo zucchero nel sangue: così contrastano la malattia

Una sostanza antiossidante presente nei broccoli, il sulforafano, testata su pazienti diabetici ha ridotto sensibilmente la produzione di glucosio nel fegato, con effetti benefici sulla glicemia.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori dell'Università di Lund (Svezia) hanno scoperto che una sostanza contenuta nei broccoli è una validissima alleata contro il diabete di Tipo 2, in particolar modo nei soggetti obesi, dato che riesce a ridurre la produzione di glucosio da parte del fegato. Il risultato della sua virtuosa azione è un maggior controllo della glicemia, i cui sbalzi sono caratteristici dei pazienti diabetici, nei quali l'insulina, un ormone prodotto dal pancreas, non riesce a compiere il proprio dovere poiché carente o mancante.

Il composto individuato dai ricercatori svedesi è il sulforafano, un isotiocianato già noto alla scienza per le proprietà antiossidanti che è particolarmente abbondante nelle piante brassicacee o crucifere, come i già citati broccoli, i cavoli e i cavoletti di Bruxelles. Per scovarla, gli studiosi coordinati dalla professoressa Annika S. Axelsson, docente presso l'ateneo svedese, hanno effettuato un esperimento piuttosto laborioso ed elegante; hanno infatti preso in esame circa 4mila sostanze e ne hanno valutato i potenziali effetti benefici sui geni espressi dal tessuto epatico di pazienti diabetici.

Al temine dei test è emerso che il sulforafano risultava essere la sostanza più compatibile, e nella fase successiva dello studio è stato somministrato – sotto forma di estratto concentrato – a 97 pazienti affetti da diabete di Tipo 2. Prelevato dai broccoli, e più nello specifico dai germogli, dove è presente in maggiori concentrazioni, il sulforafano è riuscito a ridurre sensibilmente la produzione di glucosio del fegato, con conseguenti valori più bassi di emoglobina glicata nel sangue, in particolar modo nei pazienti obesi.

La scoperta è decisamente rilevante poiché le terapie standard contro il diabete di tipo 2 – che colpisce oltre 300 milioni di persone nel mondo – a base di metformina non sono praticabili per tutti. Al di là del fatto che il farmaco possiede diversi effetti collaterali, che talvolta costringono i pazienti a rinunciare alla cura, esso infatti non può essere somministrato a chi soffre di determinate patologie renali, che spesso emergono proprio nei pazienti diabetici e obesi. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.

[Foto di congerdeisgn]

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