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Diabete, addio agli aghi: in sperimentazione le ‘iniezioni ingoiabili’. Come funzionano

Progettate da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del MIT e dell’Università di Harvard, le ‘iniezioni ingoiabili’ di insulina permettono di somministrare il farmaco direttamente nello stomaco. Le capsule, chiamate SOMA, sono in materiale biocompatibile e ispirate al carapace delle tartarughe. In futuro potrebbero essere usate per molti altri farmaci.
A cura di Andrea Centini
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Create in laboratorio le prime ‘iniezioni ingoiabili' di insulina, capsule rivoluzionarie che combinano la comodità e l'accessibilità di una pillola con l'efficacia della somministrazione tramite siringa, vero e proprio supplizio per chi soffre di diabete mellito. Chiamate SOMA, acronimo di Self-Orienting Millimeter-scale Applicator, sono progettate per iniettare il farmaco direttamente nello stomaco, dopo aver liberato dei piccoli aghi che si sciolgono – sono in materiale biocompatibile, come tutto il prodotto – al termine della procedura.

Credit: Diana Saville/BWH Communications/Università di Harvard
Credit: Diana Saville/BWH Communications/Università di Harvard

Atenei prestigiosi. Le innovative capsule sono state messe a punto da un team di ricerca internazionale guidato da studiosi del Dipartimento di Ingegneria Chimica del Massachusetts Institute of Technology (il celebre MIT) e della Divisione di Gastroenterologia presso la Scuola Medica dell'Università di Harvard. Gli scienziati americani hanno collaborato con i colleghi dell'Istituto Reale di Tecnologia “KTH” di Stoccolma e la casa farmaceutica danese Novo Nordisk. Tra i principali artefici del rivoluzionario prodotto anche l'italiano Giovanni Traverso del Brigham and Women's Hospital di Boston, che ha coordinato la ricerca assieme al collega Robert Langer.

Come funziona. Le capsule sono state progettate per assomigliare al carapace delle tartarughe; ciò permette loro di restare in equilibrio una volta all'interno dello stomaco e liberare correttamente gli aghi. Inizialmente sono bloccati da uno strato di vetro-zucchero, ma una volta corroso dalla forte acidità gastrica vengono liberati e possono somministrare la quantità di insulina richiesta. Gli aghi stessi sono composti da insulina liofilizzata combinata con ossido di polietilene; l'intera capsula è composta da elementi biocompatibili e biodegradabili.

Stato della ricerca. Al momento le capsule SOMA sono ancora un prototipo di laboratorio, tuttavia hanno superato brillantemente tutti i test di efficacia e tollerabilità durante la sperimentazione animale (sono state testate su cani, maiali e ratti). Come dichiarato dal professor Traverso all'ANSA, la tecnica potrebbe fare il balzo nella sperimentazione clinica (test sull'uomo) nel giro di tre anni. Va sottolineato che un simile prodotto non sarebbe efficace soltanto nella somministrazione di insulina, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti colpiti da diabete di tipo 1, ma anche di altri farmaci di ultima generazione. Tra essi, spiega Traverso, vi sono quelli a DNA e gli anticorpi monoclonali, alla base delle nuove tecniche immunoterapie e di terapia genetica. I dettagli sulle rivoluzionarie capsule sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

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