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Dal cervello più piccolo al multitasking, 5 bufale scientifiche sulle donne

Da sempre le donne sono state oggetto di leggende riguardanti le sue capacità – o incapacità – rispetto agli uomini. Quanto c’è di scientifico in queste narrazioni? Molto poco.
A cura di Juanne Pili
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Approfittiamo della Giornata internazionale della donna per fare il punto sulle principali leggende pseudo-scientifiche riguardanti il corpo femminile, in special modo quelle che trattano delle differenze di genere dal punto di vista cerebrale e comportamentale.

1. Differenze cerebrali

Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Tel Aviv conclude che non esiste una differenza determinante tra uomini e donne dal punto di vista cerebrale. La ricerca riguarda 1400 cervelli, di entrambi sessi, scanzionati mediante risonanza magnetica. Stando ai dati raccolti si evince che solo un ristretto gruppo di regioni neurali si differenziano a causa del diverso genere sessuale. Anche da questo punto di vista le certezze sono molto poche. L'analisi è stata poi ripetuta ben quattro volte, salta così fuori un altro particolare: meno dell'8% dei cervelli analizzati apparirebbe del tutto maschile o femminile.

2. Dimensioni e comportamento

Certamente ci sono differenze nelle dimensioni cerebrali tra uomo e donna. Potremmo dire che anche in questo caso vale il vecchio adagio "l'importante è saperlo usare". Una meta-analisi condotta dall'Università di Cambridge, basata sulla letteratura riguardo alle differenze cerebrali tra uomo e donna – pubblicata dal 1990 al 2013 (in tutto 126 articoli) – conferma che effettivamente in media il cervello maschile è più grande dell'8-13%. La ricerca ha condotto analisi anche riguardo alle diverse densità nelle varie aree cerebrali, riscontrando che questi aspetti non sono rilevanti quanto le istanze sociali e le aspettative che la cultura dominante ha rispetto ai sessi. Questo vale anche riguardo allo stereotipo dell'uomo più pragmatico e della donna tendente a maggiori speculazioni mentali.

3. La leggenda del multitasking

Un esempio lampante di quanto la società possa influire rispetto alle reali differenze fisiologiche è lo stereotipo della donna multitasking. Effettivamente di questo aspetto non esistono dimostrazioni esaustive, possiamo trovare addirittura studi che dimostrerebbero il contrario, come quello condotto nel 2013, pubblicato su Psychological Science, dove i maschi avrebbero sovra performato le femmine nello svolgere più compiti contemporaneamente. Tutti gli studi che confermerebbero l'aspetto multitasking non riesco invece a escludere i fattori sociali dai risultati ottenuti. Stesso discorso si potrebbe fare anche sulla leggenda delle donne meno capaci alla guida.

4. Costruzione culturale della femminilità

Effettivamente vi è una costruzione culturale della femminilità che va ad imporsi su quelle che sarebbero le reali predisposizioni ormonali. Suggeriamo a tal proposito la lettura del saggio firmato da Forni, Pennacini e Pussetti, "Antropologia, genere, riproduzione. La costruzione culturale della femminilità". Da sempre le donne sono state condizionate nel comportamento dalle istanze sociali, spesso legate alle funzioni riproduttive e al controllo che la donna deve avere del suo corpo.

5. Sessualità e clickbait

Leggende e distorsioni varie sulla sessualità interessano la donna anche dal punto di vista della clickbait. Si perde il conto dei post in Rete sulle varie leggende riguardanti il sesso, molti dei punti trattati riguardano proprio il ruolo del corpo femminile, per arrivare così a costruire virali in cui si propongono bizzarri prodotti, come il "lip-stick vaginale", proposto come alternativa ai tradizionali tamponi. Nessuno sa in base a cosa dovrebbe funzionare, ed effettivamente – come avevamo già spiegato – il prodotto non è mai entrato in commercio.

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