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Da questo luogo abbandondonato è cominciata la conquista dello spazio

Dalla rampa di lancio 34 del Cape Canaveral è partito Apollo 7, la prima missione del programma che ha portato l’uomo sulla Luna.
A cura di Redazione Scienze
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La rampa di lancio 34.
La rampa di lancio 34.

Da qui partì la prima missione Apollo che raggiunse lo Spazio e lascio la Terra dopo l'esperienza drammatica dell'Apollo 1, la cui capsula prese fuoco prima di arrivare in orbita (perirono nell'incidente i tre astronauti  Virgil Grissom, Edward H. White e Roger B. Chaffee). Su quella rampa erano appese le speranze della Nasa, il prestigio degli Usa, la vita di altri tre astronauti ( Walter Schirra, Donn Eisele e Walter Cunningham) e il sogno della conquista dello spazio. Apollo 7 partì dalla stazione di Cape Canaveral l'11 ottobre 1968. La rampa di lancio 34, quella da cui partì il vettore Saturn IB che "spinse" gli astronauti nello spazio, è oggi un luogo abbandonato.

Il lancio di Apollo 7 (Foto Nasa, 1968).
Il lancio di Apollo 7 (Foto Nasa, 1968).

Roland Miller, fotografo 56enne di Grayslake, nell'Illinois, ha dedicato venticinque anni della propria vita a documentare la conquista dello spazio da parte della Nasa, passando da una stazione all'altra e fermandosi di tanto in tanto nei musei dedicati, ma sempre sicuro che quella rampa di lancio di Cape Canaveral fosse la sua preferita. Il motivo è semplice, come spiega al Daily Mail, "Cape Canaveral ha il maggior numero di strutture ancora intatte, anche se molte di loro sono stati distrutte o riutilizzate".

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Ma a parte l'integrità della struttura, c'è qualcosa che fa di questa stazione missilistica un luogo "mistico", derivato probabilmente anche dal fatto di essere stato il posto da cui tutta l'avventura è cominciata: "Vi è qualcosa di spirituale nella rampa di lancio 34. Il piedistallo di lancio, con la sua grande apertura circolare verso il cielo, ha l'aspetto di una rovina archeologica di un antico osservatorio astronomico, con una struttura simile a quella di Stonehenge".

La distruzione controllata del complesso 36A.
La distruzione controllata del complesso 36A.

[Foto in apertura di Noah Jeppson]

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