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Crani, carne e pelle di capriolo illegali, i ‘mostri’ dell’Oasi WWF finalmente fermati

Due bracconieri, padre e figlio, sono stati fermati dalla Polizia provinciale e dalle Guardie venatorie del WWF nella Riserva Naturale Regionale di Valpredina. Nelle loro case trovati resti di vari animali, tra le quali specie protette.
A cura di Andrea Centini
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Nelle abitazioni di due bracconieri colti in flagranza di reato nell'Oasi WWF di Valpredina, in provincia di Bergamo, sono state trovate le prove di un vero e proprio massacro: crani e carne congelata di capriolo e cinghiale, la pelle di una femmina di capriolo appena scuoiata e 150 uccelli, fra i quali diversi esemplari protetti. I due, padre e figlio, sono stati sorpresi la sera di venerdì 24 novembre dagli agenti della Polizia Provinciale di Bergamo e dalle Guardie venatorie/zoofile del WWF Italia, che si erano appostati alle pendici del Monte Sisma proprio per un'operazione contro i cacciatori di frodo.

Provenienti dal piccolo comune di Pradalunga, poco meno di 5mila abitanti, i due bracconieri – con regolare licenza di caccia – erano armati con fucili calibro 12 caricati a pallettoni e un visore per scovare le sfortunate prede nell'oscurità. A rendere particolarmente odioso il crimine compiuto l'area scelta dai bracconieri: l'Oasi WWF e Riserva Naturale Regionale di Valpredina è infatti popolata da molte specie protette, e qui il CRAS, il Centro di recupero animali selvatici feriti, vi libera ogni anno la fauna curata nel rifugio.

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Dopo aver perquisito un edificio rurale, nel quale sono stati trovati fucili e munizioni, gli agenti si sono recati nelle abitazioni dei due cacciatori, dove hanno scoperto i resti degli animali uccisi. Oltre alle parti congelate dei caprioli e dei cinghiali e la pelle della femmina di capriolo, sono stati trovati anche numerosi uccelli di specie protette. Fra essi pettirossi, frosoni e fringuelli, tutti rigorosamente tutelati dalla legge italiana.

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Sono state evidenziate anche diverse irregolarità in merito all'arsenale dei bracconieri: dalla mancata custodia di armi da fuoco – un fucile era nascosto sotto a un letto – alla detenzione illegale di munizioni poiché non denunciate. Sono tutti reati ipotizzati che si accompagneranno a quelli di introduzione di armi in una riserva naturale, caccia nelle ore notturne e in un giorno di divieto.

Immediata la reazione di sdegno della Delegata per la Lombardia del WWF Italia, Paola Brambilla, che dichiarato la costituzione come parte civile contro gli autori di questi reati. La Brambilla si augura inoltre che le Associazioni venatorie condannino il fatto, espellano padre e figlio e si costituiscano parte civile al processo.

[Credit: CRAS WWF Valpredina]

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