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Covid 19

Cos’è un saturimetro e a cosa serve

Per le persone colpite dalla COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, la riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue è un campanello d’allarme per il possibile sviluppo della dispnea e di una vera e propria insufficienza respiratoria, condizione che può sfociare nel decesso. Attraverso un saturimetro è possibile controllare il livello di ossigeno circolante, ma si tratta di uno strumento che va utilizzato sotto strettissimo controllo medico. Non è infatti un semplice termometro. Ecco come funziona e quando può essere utile.
A cura di Andrea Centini
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Tra i dispositivi medici più utili nel fronteggiare l'emergenza coronavirus vi è sicuramente il saturimetro, uno strumento conosciuto anche col nome di pulsiossimetro od ossimetro. Si tratta di un piccolo apparecchio che si aggancia come una molletta alla falange di un dito (o al lobo dell'orecchio, in base al modello) e che è in grado di valutare rapidamente la concentrazione di emoglobina del sangue, dunque di calcolare la quantità di ossigeno circolante. Poiché tra le complicazioni della COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, vi è proprio una sensibile riduzione della quantità di ossigeno trasportata dai globuli rossi – un processo noto come desaturazione -, avere a disposizione un saturimetro per tenere sotto controllo questo valore può essere di enorme aiuto nella fase precoce dell'infezione. In altri termini, può aiutare a salvare vite.

A sottolineare l'importanza dei saturimetri nel contrasto alla COVID-19 vi è il presidente nazionale Sis 118 Mario Balzanelli, che a causa del “numero impressionante di morti nel nostro Paese” ha esortato il ministro della Salute Roberto Speranza ha prendere in considerazione “con la massima urgenza” la strategia di fornire questo strumento a tutte le persone in isolamento domiciliare per l'infezione da coronavirus. Il paziente, monitorando il valore della saturazione, può tenere aggiornata l'assistenza sanitaria che può decidere il pronto intervento nel caso in cui lo ritenesse opportuno. “Qualora la riduzione della saturazione scendesse sotto i limiti minimi previsti per le diverse fasce d'età e le varie eventuali patologie concomitanti, di poter effettuare una valutazione contestuale del dato rilevato. Si può anticipare così, nei casi indicati, il prima possibile, la decisione di immediato ricovero ospedaliero”, ha spiegato Balzanelli.

Il livello di saturazione, infatti, comincia a scendere prima che si manifestino i sintomi più gravi della COVID-19, ovvero la dispnea e una vera e propria insufficienza respiratoria, scatenate dal materiale infiammatorio che si accumula nei polmoni a causa della polmonite bilaterale interstiziale che può verificarsi in una certa percentuale dei pazienti (è che responsabile di un gran numero di decessi). Troppe persone arrivano al ricovero quando sono ormai in condizioni molto gravi, ma con l'aiuto di un saturimetro, spiega Balzanelli, si potrebbe procedere all'ospedalizzazione laddove necessario, fornendo subito tutte le cure del caso ed eventualmente prevenire l'aggravamento delle condizioni del paziente. “Quando il paziente lamenta dispnea – sottolinea Balzanelli – i polmoni sono già ampiamente interessati dagli infiltrati infiammatori che rappresentano la base delle polmonite virale e quindi sono in una fase clinica di maggiore gravità che li pone a un più elevato rischio complessivo di mortalità. La condizione di insufficienza respiratoria va rilevata nelle fasi cliniche assai precoci, quando non sono ancora avvertite, ma sono comunque evidenziate dalla precoce riduzione della quantità di ossigeno trasportata in circolo dai globuli rossi (desaturazione). Ecco perché un saturimetro permetterebbe alla Centrale Operativa del 118 di intervenire in tempo salvando vite”.

Benché preziosissimo, il saturimetro – che può monitorare anche frequenza e intensità delle pulsazioni cardiache – non è assolutamente un termometro. Non basta applicarlo, leggere il valore, e capire se si è in una fase incipiente di ipossiemia (basse concentrazioni di ossigeno nel sangue) col rischio di sviluppare una grave insufficienza respiratoria. Normalmente un valore al di sotto del 90 percento verrebbe considerato un campanello d'allarme, ma a stabilirlo deve essere un medico, perché anche valori superiori possono essere a rischio in determinate condizioni. “La saturazione è un valore che va interpretato in ambito medico, da 90 a 100 si va da valori assolutamente normali a patologici. Usato al di fuori del controllo medico, può portare al panico o alla sottovalutazione”, ha dichiarato all'AGI la dottoressa Marina Chiara Garassino, oncologa dell’Istituto Tumori.

Esattamente come avvenuto con le mascherine, i guanti monouso e i gel disinfettanti, anche i saturimetri sono andati letteralmente a ruba nelle farmacie e nei negozi online, che adesso possono impiegare mesi per consegnarne uno. Il rischio è quello di una scarsa disponibilità per le persone cui questo strumento può essere davvero utile, ovvero quelle in isolamento per COVID-19 costantemente monitorate dall'assistenza sanitaria, come specificato da Balzanelli.

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