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Cos’è la listeriosi, la malattia scatenata dai cibi contaminati dal batterio Listeria monocytogenes

Gli alimenti contaminati dal batterio Listeria monocytogenes possono scatenare la listeriosi, una rara patologia infettiva che nella forma più grave (detta invasiva) può essere letale. Può infatti determinare meningite, encefalite, setticemia e altre complicazioni mediche nei soggetti più vulnerabili.
A cura di Andrea Centini
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La listeriosi è una malattia infettiva scatenata dal batterio Listeria monocytogenes, un agente patogeno che si trova ovunque e che può infettare animali e diverse tipologie di alimenti. Fra essi vi sono verdure e ortaggi crudi, formaggi (in particolar modo quelli a pasta molle), latte non pastorizzato, carne poco cotta, pesce affumicato, insaccati e altro ancora. Nell'epidemia scatenatasi nell'estate del 2019 in Andalusia (Spagna) l'infezione è partita da lotti contaminati di “carne mechada”, un prodotto tipico andaluso a base di arrosto di maiale. Sono state colpite centinaia di persone, con alcune vittime e probabili aborti associati all'infezione.

Cos'è la listeriosi

La listeriosi è una patologia infettiva rara (nella forma conclamata) innescata dal Listeria monocytogenes, un batterio gram positivo ubiquitario, diffuso nell'acqua e nel terreno. Il microorganismo sopravvive in un range di temperature molto ampio – dai 3 ai 45° centigradi – e dunque per eliminarlo dagli alimenti contaminati è necessaria una cottura a temperature elevate, suggerita in almeno 65° centigradi. La trasmissione avviene tipicamente per via orale ingerendo cibi contaminati, ma anche entrando in contatto con animali infetti. La listeriosi è una malattia che nei soggetti predisposti può manifestarsi in una forma grave (detta invasiva) con un tasso di mortalità di poco superiore al 10 percento. In Europa ogni anno colpisce mediamente più di mille persone.

I sintomi della listeriosi

Nei soggetti sani la listeriosi conclamata si manifesta normalmente con sintomi simili a quelli dell'influenza intestinale o di un'intossicazione alimentare, come diarrea, nausea, mal di testa, febbre, vomito e dolori muscolari, che spariscono spontaneamente e rapidamente. Nei soggetti vulnerabili, ovvero neonati, persone anziane, donne incinte e chi presenta un sistema immunitario depresso/compromesso, il batterio Listeria può diffondersi nell'intero organismo dando vita a complicazioni potenzialmente fatali. La forma invasiva della listeriosi, che può manifestarsi anche a due mesi dall'ingestione del cibo contaminato, può sfociare infatti in meningite, encefalite, setticemia, paralisi dei nervi cranici, endocardite e altre gravi condizioni mediche. Nei neonati può determinare danni neurologici a lungo termine, mentre nelle donne incinte può provocare parto prematuro, aborto spontaneo e gravi infezioni per il feto.

Come si cura la listeriosi

Una volta diagnosticata la patologia, attraverso analisi del sangue, del liquido cefalorachidiano e di quello amniotico, il trattamento d'elezione è attraverso l'antibiotico ampicillina in sinergia con l' eritromicina. Può durare diverse settimane in base alla gravità dell'infezione. Per prevenire una potenziale infezione da Listeria monocytogenes, oltre alla cottura dei cibi a temperature superiori ai 65° centigradi (che uccidono il batterio), l'Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di tenere bassa la temperatura del frigorifero, al di sotto dei 5° centigradi, al fine di rallentare la proliferazione batterica.

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