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Cos’è il codice UFI sui prodotti chimici che hai a casa e perché può salvarti la vita

Recentemente sulle confezioni di prodotti potenzialmente pericolosi è stato introdotto il codice UFI: ecco di cosa si tratta e perché è utile in caso di avvelenamento.
A cura di Andrea Centini
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Nelle nostre case è pieno di prodotti e composti chimici che se ingeriti o inalati accidentalmente possono essere molto pericolosi per la salute, soprattutto se viene coinvolto un bambino. Nel caso in cui si dovesse verificare un incidente del genere è necessario cercare assistenza medica e contattare immediatamente un Centro AntiVeleni e intossicazioni da sostanze chimiche (qui l'elenco di quelli operativi 24 ore su 24 in Italia), tenendo a portata di mano, laddove possibile, “la confezione del prodotto o almeno riferire il marchio, il nome commerciale e il volume della confezione”, come specificato dal Centro Nazionale Sostanze Chimiche prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore dell'Istituto Superiore della Sanità (ISS). Tuttavia, per diverse ragioni chi ci assiste non sempre può risalire esattamente e rapidamente ai composti chimici responsabili dell'avvelenamento, col rischio di ricevere trattamenti non adeguati all'intossicazione in atto. Per ovviare definitivamente al problema, a partire dal 2020 nei Paesi dello Spazio economico europeo (SEE) sulle confezioni dei prodotti potenzialmente pericolosi è stato introdotto l'identificatore unico di formula (Unique formula identifier), meglio conosciuto con l'acronimo di UFI.

Ma cos'è esattamente questo UFI? In parole semplici, si tratta di un codice alfanumerico che racchiude tutte le informazioni sensibili del prodotto, dall'uso alla tossicità. L'UFI è composto da 16 caratteri, suddivisi in quattro blocchi separati da un trattino. Deve essere facile da trovare e ben evidente; solitamente è posizionato nell'area dell'etichetta con le varie informazioni di pericolo o nei pressi del codice a barre. Un esempio di identificatore unico di formula è il seguente: UFI: M1VQ-N02R-J00M-DQDW5. Tutte le lettere sono in maiuscolo e quelle che possono essere confuse con un numero (come la O con lo 0) non sono contemplate. In queste sedici cifre sono contenuti tutti i dati che comprendono “le informazioni sul prodotto, i suoi usi, i suoi componenti e la sua tossicità”, come specificato dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che è responsabile dei controlli e della regolamentazione dell'UFI. Grazie a questo codice, un centro antiveleni è immediatamente a conoscenza di tutti i dettagli sensibili sulla sostanza chimica cui si è stati esposti e di conseguenza del trattamento più idoneo da offrire.

Un codice UFI, che non deve essere mai collocato nella parte inferiore di una confezione, può essere assegnato a più prodotti e marchi, mentre a una stessa miscela possono essere assegnati più UFI. La composizione chimica legata a ciascun codice è tenuta segreta ed è nota soltanto all'ECHA e ai centri antiveleni associati. Si può trovare su adesivi, vernici, deodoranti, candele profumate, detersivi, inchiostri, prodotti per la pulizia, rivestimenti e molteplici altri prodotti. Dall'inizio dell'anno è obbligatorio su tutti i prodotti per uso commerciale e professionale, mentre dal 1 gennaio 2024 lo sarà anche per tutti quelli di uso industriale. L'ECHA sottolinea che nel 40 percento delle chiamate ricevute, i centri antiveleni “hanno avuto difficoltà a identificare il prodotto incriminato in modo rapido e preciso, portando a trattamenti eccessivamente cauti”. Grazie al codice UFI sarà molto più facile fornire la prestazione medica più adeguata per ciascun caso di avvelenamento.

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