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Cosa succede all’acqua sulla Luna

Un team di ricerca americano ha determinato che l’acqua sulla Luna è presente su tutta la superficie, non solo ai poli come suggerito da recenti studi. Il problema deriva dal fatto che si trova principalmente sotto forma di idrossile (OH) e non H2O, dunque dovrà essere estratta e trattata per essere utilizzata nelle future colonie umane.
A cura di Andrea Centini
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L'acqua presente sulla Luna è distribuita su tutta la superficie, sia di giorno che di notte, ma potrebbe essere poco accessibile poiché si troverebbe principalmente sotto forma di idrossile (OH) associata ai minerali, e non come ‘classica' H2O. È la conclusione cui sono giunti i ricercatori dello Space Science Institute di Boulder, in Colorado, dopo aver approntato una nuova tecnica di analisi basata sulle misurazioni dello strumento Diviner della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA. Queste informazioni sono di vitale importanza poiché l'acqua presente sul satellite potrà essere estratta per fornire ossigeno e acqua potabile alle future colonie, ma anche idrogeno come combustibile dei razzi.

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Recenti indagini condotte da altri team di studiosi avevano dimostrato che la l'acqua sulla Luna era sì abbondante, ma concentrata soprattutto nelle regioni polari. Inoltre la sua quantità risultava maggiore durante le ore notturne del giorno lunare, che dura tipicamente 29,5 giorni terrestri. Adesso sappiamo invece che “non importa a che ora del giorno o a quale latitudine si guardi, il segnale che indica l'acqua sembra sempre essere presente”, ha sottolineato il professor Joshua Bandfield, autore principale dello studio. “La presenza di acqua – ha aggiunto lo studioso – non sembra dipendere dalla composizione della superficie”.

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Per determinare i quantitativi di acqua sulla Luna si utilizzano tecniche di telerilevamento che misurano l'intensità della luce riflessa dalla Luna. Ma poiché il satellite viene riscaldato dal Sole può emettere una luce propria, falsando i dati della riflessione. È proprio intervenendo su questi parametri che Bandfield e colleghi sono riusciti a ottenere misurazioni più precise. Dopo aver rimodulato i dati del Diviner, hanno applicato la stessa tecnica a quelli raccolti dallo spettrometro Moon Mineralogy Mapper della NASA equipaggiato sulla sonda indiana Chandrayaan-1. Dai risultati è emersa proprio la distribuzione ubiquitaria dell'acqua, ma fondamentalmente sotto la problematica forma di idrossile OH.

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Secondo gli studiosi, l'acqua in entrambe le forme (H2O e OH) potrebbe essere stata prodotta dagli effetti del vento solare, oppure originata dalla Luna stessa, proveniente dagli strati minerali più profondi. Il reale motivo della sua presenza non è tuttavia noto, e scoprirlo potrebbe aiutare a determinare l'esistenza di acqua anche in altri corpi celesti lontani. Conoscerne invece esattamente la posizione e la forma è un dettaglio fondamentale per le future missioni di esplorazione umana; del resto, già si parla di una stazione orbitale creata da Russia e USA. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nature Geoscience.

[Credit: Andrea Centini]

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