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Cosa sono le misteriose luci sismiche apparse in cielo durante il terremoto in Messico

Durante i terremoti più violenti, come quello della scala Richter 7,1 che ha colpito il Messico la sera del 7 settembre, possono manifestarsi nel cielo particolari fenomeni luminosi noti come luci sismiche o luci telluriche. Conosciute anche con l’acronimo di EQL, sono bagliori diffusi, lampi e luci globulari la cui origine esatta non è stata ancora determinata dagli scienziati. Ecco quali sono le ipotesi più probabili.
A cura di Andrea Centini
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Il fenomeno delle luci sismiche durante il terremoto in Messico. Credit: Marco Aguilar/Twitter
Il fenomeno delle luci sismiche durante il terremoto in Messico. Credit: Marco Aguilar/Twitter

Alle 20:47 (ora locale) di martedì 7 settembre il Messico è stato colpito da una violenta scossa di terremoto, con una magnitudine di ben 7,1 sulla scala Richter. L'ipocentro, in base ai dati dell'Istituto geofisico degli Stati Uniti (USGS), è stato registrato a 12,6 chilometri di profondità, in una zona a pochi chilometri da Los Órganos de San Agustín nello Stato di Guerrero, nei pressi della città di Acapulco. Il sisma principale, che al momento avrebbe provocato danni e una sola vittima (un uomo travolto da un palo), è stato seguito da decine di scosse di assestamento, la più potente delle quali con magnitudine di 5,2. Come accaduto in altre occasioni recenti, l'evento è stato filmato in diretta da moltissime persone attraverso gli smartphone, che hanno ripreso uno dei fenomeni più misteriosi e affascinanti che si verificano durante i terremoti più violenti: le luci sismiche o luci telluriche, conosciute anche con l'acronimo di EQL (da earthquake lights).

In parole semplici, si tratta di bagliori, luci globulari, nubi diffuse e lampi simili a quelli di una tempesta (ma più duraturi) che si manifestano in concomitanza con un potente evento sismico. I colori vanno principalmente dal bianco all'azzurro, sebbene non manchino tonalità rossastre e verdastre, come si può osservare dai video pubblicati dal Messico. Le luci sismiche sono un fenomeno noto sin dall'antichità; come indicato in un articolo dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), lo descrisse già Plinio il Vecchio duemila anni fa nel suo trattato Naturalis historia. Molte sono invece le citazioni sin dal Medioevo. Uno dei primi documenti scientifici dedicati alle luci sismiche è “Classificazione dei fenomeni luminosi osservati nei terremoti” del 1910 redatto dal professor Ignazio Galli, sacerdote e docente di scienze naturali. Nell'ultimo secolo le luci sismiche sono state documentate in relazione a molti potenti terremoti con magnitudine superiore a 5, compresi quelli italiani “dell’Irpinia del 1930, del Friuli del 1976, di L’Aquila nel 2006 e dell’ultima sequenza Amatrice, Visso, Norcia nel 2016-2017”, come specificato dall'INGV. Nel 2017 il fenomeno fu registrato a Città del Messico, in associazione al potentissimo terremoto di magnitudine 8,2 che ebbe epicentro a centinaia di chilometri distanza, nella regione del Chiapas. Ora di nuovo ad Acapulco.

Ad oggi non è ancora compresa l'esatta origine delle peculiari luci sismiche – che tipicamente si dirigono dal basso verso l'alto -, tuttavia gli scienziati hanno avanzato diverse ipotesi accreditate. Tra le più note vi è quella legata alla generazione di campi elettrici a seguito di fenomeni piezoelettrici che coinvolgono rocce contenenti quarzo. In parole semplici, i movimenti tettonici causati dal sisma deformerebbero le rocce determinando la polarizzazione e una differenza di potenziale (piezoelettricità), col conseguente rilascio di campi elettrici intensi alla base dei fenomeni di luminosi. Secondo i modelli più recenti, spiega l'INGV, la generazione delle luci sismiche potrebbe essere legata alla ionizzazione dell'ossigeno presente in alcune rocce – come la dolomite e la riolite -, sollecitate dall'energia del sisma. “Gli ioni sarebbero in grado di attraversare strati di roccia, preferendo un cammino attraverso le fessurazioni interne alla roccia stessa, e una volta raggiunta l’interfaccia terreno – atmosfera, potrebbero addirittura ionizzare piccoli volumi di aria, trasformandoli in pacchetti di plasma emettenti luce”, spiega l'INGV. Questo fenomeno è stato replicato anche in laboratorio.

Gli scienziati spiegano che l'angolazione della faglia possa giocare un ruolo sulle probabilità che si verifichino le luci sismiche. Va anche tenuto presente che talvolta queste luci derivano da semplici fenomeni meteorologici (i fulmini di una tempesta) o sono generati dai cortocircuiti delle centrali elettriche, dei generatori danneggiati e delle linee elettriche che "saltano" a causa della violenza del sisma. Come indicato, al momento non c'è alcuna spiegazione scientifica definitiva a questo affascinante e peculiare fenomeno.

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