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Cosa fare durante la pandemia di coronavirus se hai l’asma: i consigli dell’esperta

La professoressa Christine Jenkins, docente di Medicina Respiratoria presso due università australiane di Sydney, ha elencato una serie di consigli utili per i pazienti durante la pandemia di coronavirus. Il buon controllo della patologia, seguendo le indicazioni del medico e la regolare assunzione di farmaci, riduce al minimo i rischi in caso di contagio.
A cura di Andrea Centini
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Non è noto se l'asma sia un fattore di rischio per lo sviluppo di complicazioni più gravi nei pazienti affetti da COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, ciò nonostante, poiché il patogeno interessa principalmente il tratto respiratorio (ma non solo), è opportuno che chi soffre di questa patologia la tenga strettamente sotto controllo. A sottolinearlo è la professoressa Christine Jenkins, docente di Medicina Respiratoria presso il George Institute for Global Health dell'Università di Sdney e dell'Università del Nuovo Galles del Sud.

L'asma allergica, spiega l'istituto Humanitas, “è una patologia dell'apparato respiratorio causata dalla presenza di allergeni responsabili dell'infiammazione dell'albero bronchiale”, fra i quali si citano pollini, polvere, acari, peli di animali domestici e altro ancora. In chi ne è affetto questi allergeni possono innescare un broncospasmo, ovvero il restringimento delle via aree, oltre a eccessiva produzione della mucosa, che assieme determinano difficoltà respiratorie (dispnea) e tosse. L'asma può diventare cronica, ma fortunatamente può essere strettamente controllata, benché non esista una cura e possa scatenare episodi acuti molto seri.

Chi soffre di asma deve dunque prendere precauzioni particolari durante questa pandemia di coronavirus? La professoressa Jenkins in un articolo pubblicato su The Conversation ha elencato una serie di consigli utili per chi ne è affetto. Innanzitutto, come già specificato, la patologia deve essere sotto controllo: la specialista scrive che si è in questa condizione quando i sintomi quotidiani sono minimi o assenti; non ci sono risvegli notturni; non devono esserci attacchi d'asma e la funzionalità polmonare deve essere buona, permettere cioè di svolgere regolarmente le attività quotidiane.

“Un buon controllo dell'asma si ottiene prevalentemente con farmaci presi regolarmente, sia per alleviare i sintomi che per prevenirli”, spiega la specialista. Tra quelli citati dalla scienziata ci sono il salbutamolo, utilizzato attraverso il classico inalatore di aerosol, e diversi principi attivi per la prevenzione, quali Flutiform, Seretide e Flixotide. Naturalmente la scienziata fa riferimento al mercato australiano, ma in Italia, dove si stima ci siano oltre 2 milioni e mezzo di asmatici, si devono tenere in considerazione le raccomandazioni e le prescrizioni del proprio medico curante.

Per ridurre al minimo l'impatto di virus respiratori, compreso il SARS-CoV-2, la scienziata sottolinea la grande importanza di seguire correttamente le indicazioni del medico, e di prendere i farmaci preventivi in modo regolare in base alla prescrizione. Consiglia inoltre di assicurarsi sempre di sapere dove si trova l'inalatore del farmaco e di verificare che non sia scaduto; di consultare regolarmente il medico per essere certi che il controllo dell'asma sia il migliore possibile e che i farmaci e le dosi attuali siano appropriati; si deve avere sempre a portata di mano un piano d'azione aggiornato sull'asma, oltre al vaccino contro l'influenza. La scienziata sconsiglia i nebulizzatori, poiché alcuni operatori sanitari si ammalarono di SARS all'inizio degli anni 2000 proprio a causa delle procedure di nebulizzazione con aerosol di farmaci broncodilatatori. La professoressa Jenkins conclude sottolineando che con un buon controllo dell'asma si possono ridurre al minimo i rischi in caso di contagio da coronavirus. Naturalmente per tutti è fondamentale seguire le indicazioni generali per ridurre le probabilità di infezione, come il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale.

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