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Cos’è la Nipah, la malattia che provoca convulsioni, cambi di personalità e infezioni mortali

La malattia è scatenata da un virus del genere Hepatovirus i cui ospiti naturali sono le volpi volanti, grossi pipistrelli asiatici. L’infezione può passare anche a ospiti intermedi come i maiali, che a loro volta possono infettare gli esseri umani. Tra i sintomi più comuni febbre alta e confusione mentale, ma il pericolo maggiore è rappresentato dall’encefalite.
A cura di Andrea Centini
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La Nipah, una patologia virale trasmessa da animali infetti, è considerata una delle malattie emergenti più preoccupanti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Può essere asintomatica ma spesso provoca serie sindromi respiratorie ed encefaliti (infiammazione del cervello) con esito potenzialmente letale. Il “serbatoio” principale del virus sono le cosiddette volpi volanti, grandi pipistrelli frugivori della famiglia Pteropodidae (genere Pteropus), tuttavia può essere trasmesso all'uomo anche da ospiti intermedi – come i maiali – e da altri uomini infetti. Non è un caso che la prima epidemia di Nipah conosciuta, avvenuta in Malesia nel 1998 a Kampung Sungai Nipah (da qui il nome della malattia), fu dovuta alla trasmissione da suini. In quel caso si ammalarono centinaia di allevatori e cento di essi persero la vita. Successivamente i focolai scoppiarono in India e Bangladesh, dove ormai sono ricorrenti e rappresentano una seria minaccia all'incolumità pubblica.

Cos'è la Nipah

La Nipah è una zoonosi, cioè una malattia infettiva trasmessa dagli animali. È provocata dall'omonimo virus Nipah, appartenente alla famiglia Paramyxoviridae e al genere Henipavirus. Si tratta di un virus a RNA a singolo filamento negativo ed è analogo al virus Hendra. Per entrambi gli agenti patogeni gli ospiti naturali sono i grandi pipistrelli della frutta chiamati volpi volanti, diffusi in Indocina, Indonesia e nelle Filippine.

Come si trasmette

La malattia si trasmette entrando in contatto diretto con gli animali infetti e i loro fluidi corporei. Molti contagi avvengono bevendo la linfa delle palme da dattero contaminate dalle escrezioni dei pipistrelli. La trasmissione può avvenire anche esponendosi agli ospiti intermedi come i maiali, mentre in India è stata documentata quella tra uomo e uomo in ambito ospedaliero (trasmissione nosocomiale).

Sintomi e complicanze

Dopo il contagio il periodo di incubazione dura dai cinque giorni alle due settimane. Al termine di questa fase, normalmente, seguono dai tre ai 14 giorni di febbre, forte mal di testa, confusione mentale e sonnolenza. L'infezione può dare origine anche a convulsioni e cambiamenti di personalità. Estendendosi ai polmoni provoca serie difficoltà respiratorie e può giungere sino al cervello, dove scatena una encefalite. Se l'infezione è acuta in due giorni può sopraggiungere il coma e la morte del paziente. La Nipah è una malattia subdola poiché il virus può permanere in uno stato latente nell'organismo, e riattivarsi a mesi o addirittura anni dal contagio con esiti letali.

Diagnosi e cura

La patologia può essere diagnosticata nello stadio iniziale attraverso l'isolamento del virus da tamponi faringei e nasali e con test di urine e sangue. In caso di morte del paziente tramite l'analisi dei tessuti. L'unico trattamento disponibile per la Nipah è una forte terapia di supporto; non esistono infatti cure specifiche. I farmaci come la ribavirina hanno dato esiti positivi nei test di laboratorio ma inconsistenti sui soggetti malati. Al momento non esiste nemmeno un vaccino, tuttavia un farmaco sperimentale a subunità è stato testato con successo su cavalli australiani; saranno necessari ulteriori studi per il passaggio alla sperimentazione clinica.

[Credit: Pixel-mixer]

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