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Cos’è la febbre gialla che fa vomitare sangue e danneggia il fegato: contagio, sintomi e cura

Trasmessa dalle punture delle zanzare, la febbre gialla è una malattia infettiva acuta che uccide il 5-10% dei pazienti contagiati. Vomito con sangue, emorragie, insufficienza epatica e renali sono tra i sintomi più gravi della malattia. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
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A cura di Andrea Centini
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La febbre gialla fa parte della nutrita famiglia delle malattie infettive trasmesse dagli insetti, nel caso specifico dalle zanzare. La specie che desta maggiori preoccupazioni per la salute pubblica europea è la Aedes aegypti, nota proprio col nome comune di zanzara della febbre gialla. Al momento alcuni insediamenti del dittero sono stati trovati alle isole Canarie e a Madeira, e il rischio che possa “sbarcare” nell'area continentale è sempre più elevato. Per contrastare la febbre gialla, una patologia che ha esito letale nel 5-10 percento delle infezioni, esiste un vaccino sicuro ed efficace, mentre il trattamento è solo contro i sintomi. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) colpisce 200mila persone ogni anno, il 90 percento delle quali in Africa, ma sono coinvolte anche popolazioni del Sud America e dell'America Centrale.

Cos'è la febbre gialla

La febbre gialla, conosciuta anche col nome di tifo itteroide, vomito nero o febbre delle Antille, è una malattia infettiva acuta ed emorragica provocata da un arbovirus (gruppo B) a RNA appartenente al genere dei Flavivirus. Lungo tra i 40 e 50 nanometri, il virus – che ha la capacità di infettare diverse tipologie di cellule dell'organismo – viene trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, Haemagogus e Sabethes, che sfrutta assieme all'uomo e alle scimmie per completare il suo ciclo vitale (selvatico o urbano in base al primate infettato). Il nome “febbre gialla” fu coniato a metà del XVIII secolo dal dottor Griffin Hughes, che lo indicò nel suo libro Natural History of Barbadoes. Il termine deriva dall'ittero scatenato dai danni epatici, una delle possibili conseguenze dell'infezione. Il nome “vomito nero” si riferisce invece alla presenza di sangue nel vomito, un altro dei sintomi della malattia.

I sintomi della malattia

Dopo il periodo di incubazione, che dura tipicamente tra i tre e i sei giorni, la febbre gialla si manifesta con sintomi di varia gravità, sebbene fino al 60 percento delle infezioni può essere completamente asintomatica. I sintomi tipici sono febbre, mal di testa, dolori muscolari (in particolar modo alla schiena e nella parte posteriore del corpo), nausea, perdita di appetito, brividi e riduzione del battito cardiaco (bradicardia). In taluni casi, dopo un giorno di miglioramento, la patologia si ripresenta con sintomi molto più aggressivi. La cosiddetta fase tossica si manifesta con emorragie da bocca, occhi e tratto gastrointestinale (quelle che provocano il vomito nero), coagulopatia, insufficienza epatica e renale e ipoglicemia. Queste ultime sono le principali conseguenze che portano alla morte dei pazienti. La febbre gialla è mortale nel 20 percento dei casi gravi, tuttavia in caso di epidemie serie questo valore può schizzare fino all'80 percento.

Una diagnosi complessa

Nei luoghi dove la febbre gialla è normalmente presente, soprattutto nell'Africa centrale e sub-sahariana, le diagnosi vengono effettuate attraverso la “semplice” osservazione dei sintomi dei pazienti. Tuttavia, essendo questi ultimi analoghi a quelli di molte altre patologie, perlomeno nella fase iniziale, rendono particolarmente difficoltosa la diagnosi nei casi isolati. Ad esempio nei viaggiatori che rientrano da Paesi interessati dalla malattia. Gli esami virologici come la “ Reverse transcriptase-polymerase chain reaction” sono i principali metodi per avere conferma dell'infezione da febbre gialla, mentre una biopsia del fegato è consigliata solo post mortem, a causa del rischio emorragie. Anche il test chiamato ELISA (un esame sierologico) ed esami microbiologici possono confermare o meno la presenza dell'infezione.

Come si cura

La principale arma contro la febbre gialla, al di là della prevenzione meccanica con reti, spray repellenti e altri rimedi per tenere lontani gli insetti pericolosi, è rappresentata dal vaccino. Il medicinale va somministrato una sola volta ed è efficace dopo 7/10 giorni dall'iniezione, sebbene vada ripetuto circa ogni 10 anni. Non esiste una terapia antivirale efficace contro la febbre gialla e al momento si trattano fondamentalmente i sintomi (terapia sintomatica), come il paracetamolo per alleviare il dolore. In test di laboratorio su animali è risultata efficace la ribavirina, ma non ha dato i frutti sperati con i pazienti umani. Nei casi più gravi può essere previsto anche il trapianto di fegato, mentre è assolutamente da evitare il consumo di aspirina, a causa del rischio di gravi emorragie.

[Credit: James Gathany]

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