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Cos’è il ‘doppio rutto’ del buco nero supermassiccio che si è abbuffato di stelle

Grazie ai dati raccolti con vari telescopi un team di ricerca della NASA ha immortalato il doppio “rutto” di un buco nero supermassiccio, una duplice esplosione di particelle dovuta al pasto di stelle e gas divorato dal gigante spaziale.
A cura di Andrea Centini
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Credit: UC Boulder
Credit: UC Boulder

Un buco nero supermassiccio sito a circa 900 milioni di anni luce dalla Terra ha emesso una doppia, potentissima esplosione di gas, che gli stessi scienziati hanno chiamato scherzosamente “rutti”. Il termine non è stato scelto a caso, perché si riferisce proprio al processo di “digestione” di questi enormi buchi neri – con masse milioni o miliardi di volte superiori a quella del Sole – durante un lauto pasto. Com'è noto, nulla sfugge ai misteriosi cuori di tenebra spaziali, e quando divorano la materia che li circonda, ad esempio stelle e nubi di gas, possono prodursi enormi deflussi di particelle altamente energetiche. I “rutti”, appunto. Gli affascinanti quasar non sono altro che potentissimi bagliori prodotti da questo processo di alimentazione dei buchi neri supermassicci.

Credit: NASA , ESA, and J. Comerford (University of Colorado-Boulder)
Credit: NASA , ESA, and J. Comerford (University of Colorado-Boulder)

“I buchi neri sono dei divoratori voraci, ma ora sappiamo anche che non hanno esattamente delle buone maniere a tavola”, ha sottolineato ironicamente la professoressa Julie Comerford, autrice principale dello studio e docente presso il Dipartimento di Scienze Astrofisiche dell'Università del Colorado di Boulder (Stati Uniti). Il fenomeno del “doppio rutto” è stato scoperto nella lontanissima galassia SDSS J1354 + 1327, e per i ricercatori si è trattato di una vera sorpresa, dato che normalmente viene osservato un solo fenomeno. L'abbuffata eccezionale del buco nero supermassiccio è dovuta allo scontro tra la galassia in cui risiede con una più piccola, che ha fornito gas e stelle in grande quantità al vorace oggetto celeste. La doppia emissione dei gas non è stata comunque contemporanea, ma è avvenuta in due momenti separati nell'arco di 100mila anni, con la seconda molto più veloce della prima.

Credit: NASA / STSCI / CXC
Credit: NASA / STSCI / CXC

Ma come hanno fatto i ricercatori a intercettare un simile spettacolo? Per osservarlo si avvalsi degli “occhi” di diversi strumenti, in particolar modo del celebre Telescopio Spaziale Hubble e del Chandra X-ray Observator, un telescopio orbitale a raggi-X. Alla raccolta delle informazioni hanno contribuito anche l'Osservatorio WM Keck sul vulcano Mauna Kea (Hawaii) e l'Osservatorio Apache Point nel New Mexico. Unendo i dati di questi strumenti i ricercatori hanno prima scoperto e poi confermato l'esistenza della doppia espulsione di materiale, scambiata inizialmente per un'imprecisione dell'immagine ai raggi-X. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati presentati al 231° meeting dell'American Astronomical Society e sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal.

[Credit: UC Boulder]

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