Coronavirus, se hai comprato qualcosa dalla Cina devi preoccuparti?
Tra le tante domande che si stanno ponendo gli utenti di internet sul nuovo coronavirus emerso in Cina (2019-nCoV) ve ne sono diverse legate ai potenziali rischi di contagio, ad esempio entrando in contatto con persone, cose ed animali. Benché ci sia ancora molto da capire su questo patogeno emergente – ancora non se ne conosce il cosiddetto “serbatoio” animale -, i comportamenti da tenere per proteggersi non sono dissimili da quelli per molte altre patologie infettive, comprese le famigerate SARS (Severe acute respiratory syndrome) e MERS (Middle East Respiratory Syndrome), che condividono buona parte del codice genetico col nuovo virus (sono tutti e tre Betacoronavirus). Lavarsi spesso le mani; evitare cibi crudi o poco cotti e bevande non imbottigliate; uso della mascherina e starnutire tra braccio ed avambraccio sono tutti consigli indicati dal Ministero della Salute. Sono raccomandazioni valide fondamentalmente per chi si trova nelle zone dei focolai, mentre in Italia, nel momento in cui stiamo scrivendo, non è emerso alcun caso e non è detto che accada. Ma cosa succede se abbiamo ordinato qualcosa dalla Cina? Possiamo infettarci manipolando un pacco e il suo contenuto?
A questa domanda stanno cercando di dare una risposta i clienti dei principali negozi online che spediscono prodotti dal Paese asiatico, ma anche chi frequenta i negozi fisici cinesi, che importano regolarmente merce dalla terra d'origine. Ebbene, tra i primi a tranquillizzare tutti vi è stato Christian Lindmeier, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In una conferenza stampa tenutasi a Ginevra, infatti, Lindmeier ha assicurato che ricevere pacchi dalla Cina non comporta alcun rischio di contagio, perché il virus analogamente ad altri non sopravvive a lungo sulle superfici. “Se io tossisco sulla mano e passo un telefono, per esempio, ci può essere contagio, ma il tempo di sopravvivenza del virus è molto, molto ridotto e forse dopo mezzora non può più contaminare le persone”, ha specificato il portavoce dell'OMS. Tenendo presenti le distanze tra la Cina e l'Italia, i pacchi impiegano giorni se non settimane per arrivare, col risultato che qualunque traccia del virus eventualmente presente su di essi sarebbe sparita da tempo.
Leggermente più cauti i CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) americani; in una pagina dedicata al nuovo coronavirus hanno specificato che, in generale, “a causa della scarsa sopravvivenza di questi coronavirus sulle superfici, esiste probabilmente un rischio molto basso di diffusione attraverso prodotti o imballaggi che vengono spediti per un periodo di giorni o settimane a temperatura ambiente”. Nella nota si specifica che si sa ancora molto poco di 2019-nCoV, ma poiché il patogeno è molto somigliante ai betacoronavirus della SARS e della MERS si possono usare le conoscenze di questi ultimi per prevedere come si comporterà. “Attualmente – conclude il comunicato dei CDC – non ci sono prove a supporto della trasmissione di 2019-nCoV associato a merci importate, e non vi sono stati casi di 2019-nCoV negli Stati Uniti associati a merci importate”. Insomma, potete continuare a ordinare i vostri prodotti dalla Cina in assoluta tranquillità.