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Covid 19

Coronavirus, perché in Germania la mortalità è molto più bassa dell’Italia (e di altri Paesi)

In Germania ad oggi sono state fatte circa duemila diagnosi di COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, ma i decessi confermati sono soltanto 3, un numero di gran lunga inferiore rispetto a quelli registrati in Paesi con numero di contagi simile (come Francia e Spagna) e soprattutto se confrontati con quelli dell’Italia. Gli esperti tedeschi spiegano perché.
A cura di Andrea Centini
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Osservando la mappa interattiva messa a punto dall'università americana Johns Hopkins sui casi di coronavirus nel mondo, si possono notare dati piuttosto significativi mettendo a confronto i “freddi numeri” dei singoli Paesi. L'Italia, nel momento in cui stiamo scrivendo, è il secondo in assoluto per numero di contagi (12.462) e morti (827), ma in proporzione la percentuale di decessi risulta sensibilmente superiore a quella della Corea del Sud, dove si registrano 7.869 contagiati e soltanto 66 morti. In Iran i contagi sono 9mila e i decessi 354, mentre in Francia e Spagna, rispettivamente, ci sono 2.284 e 2.277 casi, con 48 morti nella prima e 55 nella seconda. Anche in questo caso le percentuali sulla mortalità sono decisamente a sfavore per il Bel Paese, dove l'altissimo numero di morti potrebbe essere legato all'età avanzata della popolazione. Come dichiarato a Fanpage dalla virologa di fama internazionale Ilaria Capua, potrebbero entrarci qualcosa anche i batteri resistenti agli antibiotici che circolano nei nostri nosocomi (e che ogni anno provocano 7mila morti). Il dato che stupisce più di tutti è tuttavia quello della Germania, con 2.078 contagi e soltanto 3 decessi; com'è possibile?

A rispondere a questa domanda è il professor Christian Drosten, direttore dell'Istituto di virologia presso l'Ospedale Charite di Berlino. Lo specialista ha affermato al New York Times che in Germania erano molto avanti in termini di diagnostica rispetto agli altri Paesi. Ricordiamo infatti che proprio in Germania è stato diagnosticato il primo caso di COVID-19 (l'infezione scatenata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2) in Europa, un ingegnere entrato in contatto con una donna d'affari di Shanghai, incontrata durante un meeting di lavoro a Monaco di Baviera il 20 e 21 gennaio. In base a quanto dichiarato da Drosten, numerosissimi laboratori indipendenti tedeschi hanno ricevuto test diagnostici e indicazioni per individuare prontamente i casi di coronavirus, per “scremarli” da quelli di influenza stagionale e raffreddore, che alla base hanno sintomi molto simili. Questi test a tappeto hanno permesso di isolare immediatamente i singoli casi di infetti ed evitare che la malattia venisse diffusa, soprattutto da chi presentava sintomi poco significativi. Negli altri Paesi i test sono invece “monopolizzati” dai laboratori centrali, spiega Drosten al NYT, e ciò avrebbe determinato “un mese di ritardo o più”.

Nonostante ciò, il professor Lothar H. Wieler dell'Istituto nazionale tedesco per il controllo delle malattie (Robert Koch Institute) ha ribadito che in Germania ci saranno più morti in futuro, con il diffondersi dei contagi. La maggior parte delle diagnosi sono state fatte a persone con un'età media sensibilmente più bassa rispetto a quella italiana, dove la mortalità è concentrata soprattutto nei soggetti molto anziani. Secondo Wieler nel nostro Paese ci sarebbero tantissime persone giovani contagiate, che tuttavia non rientrano nelle statistiche perché non presentano sintomi (o li presentano lievi) e non sono dunque state sottoposte al tampone. Come spiegato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, si deve fare tutto il possibile per rallentare la diffusione del coronavirus e dare il tempo agli scienziati di mettere a punto un vaccino e medicinali contro di esso.

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