Coronavirus, paziente spagnolo guarito grazie a farmaci anti HIV: ma esperti frenano
Il primo paziente spagnolo affetto da COVID-19, l'infezione scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2), sarebbe guarito anche grazie all'uso di farmaci antiretrovirali contro l'HIV, il virus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Ad annunciarlo è il quotidiano El Pais, che ha citato virologi e infettivologi spagnoli. Il paziente guarito è un uomo di 62 anni, Miguel Angel Benitez, il primo caso di coronavirus registrato nella Penisola Iberica, che si sarebbe “completamente ripreso” all'ospedale Virgen del Rocio di Siviglia. Era ricoverato da alcune settimane.
I farmaci che hanno aiutato il paziente a sconfiggere la COVID-19 sono i principi attivi combinati lopinavir e il ritonavir, venduti con il marchio commerciale di Aluvia o Kaletra e usati da circa un decennio contro l'AIDS. La loro efficacia contro SARS-CoV-2 era stata già determinata dalla Commissione Sanitaria Municipale di Shanghai, che aveva annunciato la dimissione del primo paziente guarito proprio grazie al loro utilizzo. I farmaci, tecnicamente degli inibitori della proteasi, avrebbero aiutato ad arrestare la replicazioni del virus nelle cellule del paziente, liberandolo dalla malattia. Alla luce di questo risultato, la National Health Commission cinese aveva deciso di rendere il trattamento con lopinavir e il ritonavir “raccomandato” contro la COVID-19.
Ma perché un farmaco contro l'HIV sarebbe efficace contro il coronavirus? A spiegarlo a El Pais è il professor Santiago Moreno, a capo del Dipartimento delle malattie infettive presso l'ospedale Ramón y Cajal di Madrid: “La proteasi di SARS-CoV-2 è molto simile a quella dell'HIV. Questo enzima è essenziale per la replicane del virus. La combinazione di lopinavir e ritonavir inibisce e blocca l'HIV”, ha dichiarato l'esperto. “I risultati che conosciamo fino ad oggi del suo uso contro i coronavirus sono incoraggianti”, ha aggiunto Moreno. Gli ha fatto eco Albert Bosch, presidente della Società Spagnola di Virologia: “È un trattamento sperimentale che ha dato buoni risultati contro altri virus. Uno dei maggiori vantaggi è che sono già approvati come farmaci e utilizzati in altre indicazioni, quindi non c'è dubbio sulla loro sicurezza”.
Il sessantaduenne è stato trattato anche con un interferone beta, un farmaco usato sui pazienti affetti da sclerosi multipla che aiuta a ridurre l'infiammazione, e che impedirebbe al virus di infettare le cellule. L'uso combinato di questo farmaco e della coppia di principi anti-HIV è stato di tipo “compassionevole”, cioè usato in modo sperimentale dai ricercatori in assenza di altre terapie efficaci per il trattamento di una condizione potenzialmente letale. Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche sulla reale efficacia del lopinavir e del ritonavir contro il coronavirus, e un solo caso (o pochissimi casi) non fanno testo, quindi sarà necessario attendere studi clinici ad hoc per capire quanto questi farmaci siano effettivamente validi contro SARS-CoV-2. Inoltre, come spiegano i ricercatori, il fatto che abbia funzionato con uno non è detto che funzioni con tutti.