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Covid 19

Coronavirus, le 10 regole dei pediatri per proteggere i bambini dal contagio

La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha pubblicato un decalogo con i comportamenti da tenere per ridurre il rischio che i bambini possano contagiarsi col nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2), ma anche che possano diffonderlo agli adulti, in particolar modo agli anziani, che sono più esposti a eventuali complicazioni. Ecco i 10 punti nel dettaglio.
A cura di Andrea Centini
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Con lo “sbarco” in Italia del nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) e l'origine di due focolai epidemici, uno in Lombardia e un altro in Veneto, le autorità sanitarie, il governo nazionale e quelli locali sono impegnati al massimo per contenere la diffusione dell'infezione scaturita dal patogeno, la COVID-19. Oltre alle misure draconiane messe in atto per isolare i comuni coinvolti, sono stati realizzati diversi opuscoli e vademecum con indicati i comportamenti più appropriati per ridurre potenziali rischi di esposizione e trasmissione su tutto il territorio nazionale. Tra quelli prodotti ve n'è anche uno specifico per tutelare i bambini dal contagio e non renderli a loro volta diffusori della patologia respiratoria. Si tratta di un decalogo messo a punto dalla FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri. Ecco i 10 punti qui di seguito.

  1. Se sei stato, solo o col tuo bambino, in zone dove sono stati segnalati casi di infezione o se avete avuto contatti diretti con persone risultate positive al COVID-19, INFORMA il tuo Pediatra di Famiglia e RIMANI IN CASA in isolamento volontario per 14 giorni.
  2. Se hai dubbi sulla possibilità che il tuo bambino sia stato contagiato, NON portarlo allo studio del Pediatra di Famiglia ma contattalo telefonicamente e NON portarlo al Pronto Soccorso ma chiama il numero verde 1500.
  3. Lavati spesso le MANI e falle lavare spesso al tuo bambino utilizzando acqua e sapone per almeno 20 secondi. Se non è disponibile il sapone usa un gel alcolico (con almeno il 60% di alcool).
  4. Applica le REGOLE raccomandate per ogni infezione di tipo influenzale: in particolare mantieni te stesso e il tuo bambino a distanza di almeno un metro da un'altra persona che tossisce, starnutisce o a febbre.
  5. Se il tuo bambino è ammalato con febbre, tosse e raffreddore TIENILO A CASA, da scuola o da altre attività o luoghi praticati fino a completa guarigione e NON USARE MEDICINE senza specifica indicazione.
  6. INSEGNA al tuo bambino a tossire e starnutire girando la testa verso la spalla o il cavo del gomito.
  7. TIENI PULITE le superfici di casa, usando solo soluzioni alcoliche o a base di cloro, con particolare attenzione ai giocattoli, soprattutto se condivisi con altri bambini.
  8. Indossa la MASCHERINA solo se sei ammalato o hai sintomi influenzali o da raffreddamento, soprattutto se in casa c'è un neonato o ci sono bambini molto piccoli.
  9. ELIMINA ACCURATAMENTE mascherine e fazzoletti usati in un contenitore chiuso.
  10. Non esitare a chiedere informazioni al tuo pediatra.

Oltre a questo decalogo, che ricalca in parte quello dell'Istituto Superiore della Sanità con i dieci comportamenti da seguire, la FIMP ha voluto dare particolare risalto all'importanza di non portare i più piccoli allo studio pediatrico o al pronto soccorso, ma di contattare telefonicamente il proprio pediatra di famiglia per ricevere tutte le indicazioni e i consigli necessari. “Per annullare il contagio dobbiamo limitare il contatto tra malati e sani”, sottolinea la FIMP, per questo è doveroso seguire quanto viene indicato dal medico. Nel caso in cui il pediatra ritenesse opportuno visitare il piccolo, la FIMP raccomanda cinque comportamenti da tenere per ridurre ulteriormente potenziali rischi di esposizione/trasmissione del coronavirus.

  1. Non accedere all’ambulatorio senza aver prima concordato telefonicamente la visita
  2. Entrare in sala d’aspetto solo quando esce il paziente precedente
  3. Tenere in braccio il bambino se non è in grado di star seduto
  4. Controllare che il bambino tocchi meno possibile le attrezzature dello studio
  5. In attesa della visita, far usare al piccolo un gioco o libro portato da casa e non permettergli di condividerlo con altri pazienti

Come affermato dalla FIMP e come dimostrato dagli studi epidemiologici sull'infezione innescata da SARS-CoV-2, attualmente sembra che l'infezione "non colpisca in modo aggressivo l’età pediatrica". Lo dimostra anche il fatto che ad oggi tra gli oltre 2.800 decessi confermati non ci sia stata alcuna vittima nella fascia di età tra 0 e 9 anni. Ciò nonostante, sottolinea l'associazione dei pediatri, “come accade per l’epidemia influenzale stagionale, i bambini rappresentano il maggior serbatoio di diffusione del virus nei confronti degli adulti”. Ciò significa che potrebbero facilmente contagiare altre persone, come ad esempio i nonni con potenziali problemi di salute, che potrebbero manifestare complicazioni polmonari anche serie. Anche per questo è importante limitare il più possibile la diffusione della patologia tra i più piccoli.

A sottolineare la tenuità dei sintomi della COVID-19 nella stragrande maggioranza dei casi vi è anche Elio Castagnola, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giannina Gaslini: “Il coronavirus è una malattia a bassa contagiosità e aggressività, soprattutto nei bambini: sarei più preoccupato da un meningococco o da un morbillo non vaccinato in un asilo”, ha dichiarato l'esperto. Castagnola afferma di comprendere la preoccupazione ma che è importante non farsi cogliere dal panico, ad esempio barricando dentro casa i bambini. “L'aria aperta non può fare che bene”, ha aggiunto l'esperto.

Il coronavirus è meno letale del previsto

Come dichiarato a fanpage dalla virologa Ilaria Capua, il nuovo coronavirus potrebbe essere presente in Italia da diverso tempo, persino da mesi. Il fatto che fino ad oggi sia rimasto “nascosto” e che al momento si stiano registrando così tanti casi può essere vista come una buona notizia: “Tanto più cresce il numero delle persone infette – o meglio: tanto più scopriamo casi pregressi e passati inosservati – tanto meglio è. Perché vuol dire che il numero degli infetti è maggiore di quanto pensavamo. E il potenziale letale del virus, molto minore”, ha affermato la specialista.

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