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Covid 19

Coronavirus, come proteggerti se devi prendere i mezzi pubblici

Per chi è obbligato a prendere affollati mezzi pubblici in questo periodo è naturale essere un po’ preoccupati per la COVID-19, l’infezione respiratoria scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2). Ecco alcuni consigli del Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per ridurre al minimo eventuali rischi di contagio.
A cura di Andrea Centini
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Il nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) è “sbarcato” anche in Italia, con la comparsa dei primi focolai individuati al Settentrione. Alla luce della situazione che si sta creando, in costante mutamento, in molti iniziano ad essere preoccupati di salire su mezzi pubblici come autobus, treni e metropolitane. Non a caso sono già numerosi i milanesi che hanno preferito andare a lavoro con la propria auto, piuttosto che fare affidamento al trasporto pubblico. La Regione Lombardia – quella principalmente interessata dalla diffusione italiana di COVID-19, l'infezione scaturita dal coronavirus – ha inoltre emesso un'ordinanza con la momentanea cancellazione di alcune fermate dei treni nei comuni della “zona rossa”, ad esempio a Codogno e Casalpusterlengo. Su un mezzo pubblico, infatti, la promiscuità dei passeggeri potrebbe favorire la trasmissione di un patogeno respiratorio come il nuovo coronavirus. Dunque come comportarsi se si deve prendere un mezzo pubblico per spostarsi?

I consigli del Ministero della Salute

Innanzitutto è doveroso seguire le indicazioni delle autorità sanitarie – come il Ministero della Salute e l'Organizzazione Mondiale della Sanità – in tema di misure di protezione personale. Al di là del costante e certosino lavaggio delle mani con acqua e sapone o soluzioni a base di alcol, considerata la principale misura di autotutela da COVID-19 e altre infezioni, sul sito del Ministero della Salute viene consigliato di mantenere una certa distanza (di almeno un metro) dalle altre persone, “in particolare quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata”. Sui mezzi pubblici affollati spesso ci si ritrova a pochi centimetri dagli altri passeggeri, e naturalmente non è mai piacevole viaggiare con qualcuno che tossisce e starnutisce in simili ambienti, indipendentemente dal coronavirus. Ecco perché sarebbe preferibile restare a casa e riposare quando si presenta questa sintomatologia, a maggior ragione in pieno periodo influenzale. Laddove possibile, dunque, su un mezzo pubblico è meglio evitare contatti troppo ravvicinati – soprattutto quelli faccia a faccia – e nel caso di starnuti o colpi di tosse è importante farli sul gomito e utilizzando fazzoletti di carta, come raccomandato da medici e organizzazioni sanitarie. Questo perché i gomiti vengono in contatto con gli altri molto meno delle mani.

Le probabilità di contagio su un mezzo pubblico

In base a quanto riferito dal Ministero della Salute, che cita l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), “sulla base dei dati disponibili, si ritiene altamente improbabile che possa verificarsi un contagio attraverso le maniglie degli autobus o sulla metropolitana”, dunque non ci sono particolari controindicazioni sulla fruizione dei mezzi pubblici. Naturalmente si sottolinea ancora una volta l'importanza delle misure di igiene personale e di non toccarsi occhi, bocca e naso con le mani. Dopo essere scesi da un mezzo pubblico l'utilizzo di un disinfettate per le mani può essere particolarmente utile per ridurre ulteriormente eventuali rischi di contagio. Il Ministero della Salute tiene comunque a precisare che ci troviamo nel pieno della stagione influenzale, “pertanto, se dovessero comparire sintomi come febbre, tosse, mal di gola, mal di testa e, in particolare, difficoltà respiratorie, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante”. Nel caso in cui si fosse rientrati dalla Cina da meno di 14 giorni e si manifestino tosse o febbre, il Ministero raccomanda di chiamare il numero verde 1500.

L'uso della mascherina

Le maschere chirurgiche o mascherine sono tra i presidi medici che stanno andando più a ruba assieme ai disinfettanti per le mani. Ma come affermato a fanpage dal virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università degli Studi di Milano e come indicato dal Ministero della Salute nel “decalogo” per ridurre il rischio di trasmissione del coronavirus, sono effettivamente utili solo quando si sospetta di essere malati e quando si assistono persone malate con sintomi respiratori. Certo, se si è costretti a viaggiare a strettissimo contatto con altri viaggiatori e si vuole una precauzione in più sicuramente male non fanno, ma per gli esperti la loro utilità in questo momento lascia il tempo che trova. Solo per le persone esposte professionalmente a un possibile contagio – come dichiarato dal virologo Pregliasco – è consigliato l'uso delle mascherine FFP 2 o le FFP 3, che hanno un'efficacia filtrante fino al 98 percento coprendo naso, bocca e mento.

Arrivo del virus in Italia inevitabile

In base a quanto dichiarato a fanpage dalla virologa Ilaria Capua, l'arrivo del coronavirus in Italia era inevitabile. In questo momento, spiega l'esperta, siamo spaventati "perché alcuni hanno avuto l’ottimismo un po’ illusorio di fermare un virus con questo elevatissimo livello di trasmissibilità. Abbiamo creduto che la Cina, con le misure draconiane che ha messo in atto, potesse tenersi tutto il contagio". "Sinceramente, non si capisce per quale motivo pensassimo che l’Italia potesse immaginare di essere risparmiata. Perché i virus non aspettano. E l’efficacia delle misure di quarantena è legato all’immediatezza della risposta", ha aggiunto la specialista, sottolineando l'importanza di fare "il più grosso sforzo di responsabilità collettiva della nostra Storia".

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