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Contro la demenza la compagnia di un cane è più curativa di quella di un uomo

Stando ad un esperimento condotto nel Centro Diurno Alzheimer di Firenze, due cuccioli hanno portato, a dieci pazienti malati di demenza, maggiori benefici psicologici e fisici di quanti ne porti di solito la compagnia dell’uomo.
A cura di Redazione Scienze
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I poteri terapeutici di alcuni animali sono ormai ben noti alla scienza, che fa ricorso a cani e gatti (ma non solo) soprattutto per curare alcune malattie, ritardi o sindromi di natura psicologica. La disciplina si chiama zooterapia o, per usare un termine più in voga, pet therapy, la cui sorprendente efficacia di tanto in tanto fa emergere notizie a lieto fine come quello della bambina che ha cominciato a parlare grazie alla compagnia di un cane. Sulla capacità curativa dei cani si è concentrato lo studio del Centro Diurno Alzheimer di Firenze, che ha verificato la capacità di Fido di stimolare capacità motoria e sentimenti di persone affette da forme gravi di demenza. Lo studio, di rilevo internazionale grazie alla pubblicazione sulla rivista "International Psychogeriatrics", ha preso in esame le reazioni di alcuni pazienti alla convivenza con due cani: i barboncino di due anni di nome Muffin e Gynni, un golden retriever di sette anni.

I malati, sofferenti di demenza grave, erano dieci e tutti ultrasettantenni. All'inizio dello studio, tutti i pazienti mostravano difficoltà in qualunque tipo di attività. La ricerca si è sviluppata in due fasi: nelle prime tre settimane le dieci persone hanno iniziato a rapportarsi con dei peluche. Successivamente questi sono stati sostituiti dai due cani per un periodo sempre di tre settimane. Gli studiosi hanno infine confrontato i differenti progressi motori e psicologici dei pazienti nei due periodi. Francesca Mugnai, presidente dell’associazione Antropozoa e responsabile del progetto Pet therapy all’ospedale pediatrico Meyer, ha spiegato che il rapporto con Muffin e Gynni ha ridotto la presenza di ansia e tristezza ed incentivato stati d'animo di interesse e piacere. L'effetto positivo del test si è esteso anche alle reazioni fisiche, dato che i pazienti hanno riscontrato anche un risveglio di alcune capacità motorie.

Il risultato più importante è quello emotivo, perché i malati hanno tratto i primi benefici a poche ore dai primi contatti con i due animali. Il paziente è stato incentivato dalla presenza dei cani a relazionarsi, muoversi ed emozionarsi, portandolo ad un risveglio per molti versi più veloce di quello che pazienti nelle stesse condizioni hanno compiuto grazie a rapporti umani.

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