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“Contati dallo spazio” i pinguini imperatore sono di più del previsto

Una bellissima sorpresa per gli amanti di questo animale e non solo: dal primo censimento via satellite realizzato per monitorare lo stato di salute della popolazione del pinguino imperatore è risultato che gli uccelli sono almeno il doppio di quanto si credeva fino ad ora.
A cura di Nadia Vitali
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pinguino imperatore censimento via satellite

Andare a scovare animali selvaggi fin nei più remoti angoli dei propri rifugi, riuscendo comunque a non turbarne la quiete ed invaderne l'ecosistema: succede grazie alla tecnologia satellitare che, dopo il primo censimento in assoluto di una specie, ha rivelato tutta la sua fondamentale utilità per svolgere attività di monitoraggio ambientale. Grazie ai recentissimi rilevamenti, infatti, gli scienziati hanno potuto appurare che, nonostante i pericoli di estinzione che molto spesso in passato sembravano aver minacciato il pinguino imperatore, la popolazione di questo grande uccello è, invece, molto sana e, soprattutto, molto più numerosa del previsto. Addirittura, quei 600 000 esemplari individuati sarebbero il doppio di quanto comunemente si credeva: ciascun singolo pinguino, anche quelli appartenenti a colonie sconosciute a tutti, è stato osservato e censito nell'ambito di un vasto progetto che ha visto la collaborazione tra la University of Minnesota, la British Antartic Survey, lo Scripps Institution of Oceanography di San Diego e l'Australian Antartic Division. Le immagini del satellite Very High Resolution (VHR) sono servite a stimare con grande accuratezza ed attendibilità le condizioni in cui attualmente versa il pinguino imperatore, nome scientifico Aptenodytes forsteri, da sempre icona di biodiversità e dei rischi legati ai mutamenti climatici, oltre che tra gli animali più amati in assoluto, consacrato anche dalla cinematografia statunitense e da un Oscar non molti anni fa.

Il censimento satellitare – Attraverso l'utilizzo prima delle foto ad altissima risoluzione provenienti dallo spazio e poi di accurate scansioni ed analisi, per distinguere i pinguini dalla neve e dal guano, i ricercatori sono arrivati ad identificare quattro nuove colonie e a confermare l'esistenza di altre tre di cui si sospettava dell'esistenza, giungendo così a contare un totale di 46 aree in cui i pinguini si riproducono ed allevano i propri pulcini lungo tutta la linea costiera del continente antartico. Colonie in cui vivono 595 000 uccelli a fronte dei 238 000 che si credeva fossero rimasti: effettivamente, una fiorente letteratura scientifica e giornalistica ha già da anni puntato il dito contro gli effetti di un mutamento climatico che si farebbero sentire proprio sul pinguino imperatore, criticamente in difficoltà di fronte ad un futuro incerto. Senza dubbio, la mancanza di informazioni dettagliate (non dimentichiamo che i pinguini imperatori vivono in un'area del pianeta quasi inaccessibile che può raggiungere temperature inferiori ai 40° sotto lo zero, dove lo studio sul campo comporta delle notevoli difficoltà) ha sempre contribuito a creare una certa confusione rispetto all'argomento. Per questa ragione, il lavoro condotto dal team guidato da Peter Fretwell della British Antartic Survey, i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista PLoS ONE, ha il grande merito di costituire anche un esempio per le ricerche future. La tecnologia può mettersi al servizio della natura e aiutarla nelle grandi sfide che la aspettano con il XXI secolo quali il mondo in trasformazione, l'inquinamento e lo spettro del riscaldamento globale che mette ancora molta paura: l'idea di un censimento aereo, che fino a pochi anni fa poteva sembrare mera fantasia, diventa oggi realtà.

Una ricerca a impatto zero – La buona notizia proveniente dal mondo dei pinguini, fortunatamente neanche la prima dopo la storia del ripopolamento dell'isola di Macquarie da parte dei pinguini reali, è anche un ottimo segnale per la ricerca sul nostro ambiente, così bisognoso di cure, tutela ed attenzione. Il metodo utilizzato per l'Antartide, un territorio fragile e delicatissimo verso il quale è necessario adottare le massime cautele con il minimo impatto ambientale per evitarne una contaminazione che potrebbe avvenire con grande facilità, potrà certamente tornare utilissima se non indispensabile per altre aree del Pianeta dove l'«invasione» da parte degli studiosi potrebbe essere complessa e implicare notevoli problemi. In attesa di nuove applicazioni di questo censimento aereo, non resta che rallegrarsi per l'ottimo stato di conservazione della popolazione dei pinguini imperatori, simbolo di una natura che a tutti i costi dobbiamo proteggere.

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