Come indossare le mascherine e usarle correttamente
Fin quando non verrà trovato un vaccino efficace contro il coronavirus SARS-CoV-2, molto probabilmente dovremo continuare a convivere con le mascherine chirurgiche. In un prossimo futuro, con l'arrivo della “Fase 2” dell'emergenza, indossare questi preziosi dispositivi di protezione individuale (DPI) potrebbe diventare addirittura obbligatorio, ogni qual volta si esce da casa. Questa ordinanza, del resto, è già stata approvata per la Lombardia e presto lo sarà anche in Toscana, mentre in altre parti d'Italia è richiesta solo quando si entra in un supermercato o in farmacia. Ricordiamo che attualmente l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute raccomandano l'uso delle mascherine chirurgiche solo se si è malati di COVID-19 (l'infezione scatenata dal coronavirus), se si presentano sintomi respiratori riconducibili al patogeno o se si assistono malati, ma le linee guida potrebbero essere presto cambiate alla luce delle evidenze sulla possibile trasmissione aerea (in particolar modo in ambienti chiusi) e della presenza di un gran numero di soggetti contagiati ma asintomatici. Secondo il direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie o CDC (Centers for Disease Control and Prevention) americani, il dottor Robert Redfield, essi potrebbero essere il 25 percento del totale, o persino 4 su 5 secondo un altro studio. Dunque, vista l'importanza delle mascherine chirurgiche durante la pandemia, come vanno usate e indossate correttamente?
Lavarsi le mani prima di indossare la mascherina
Una volta acquistata una nuova confezione di mascherine chirurgiche, prima di rimuoverne una per indossarla è di fondamentale importanza lavarsi bene le mani, per venti secondi con acqua e sapone oppure attraverso una soluzione disinfettante alcolica (al 75 percento). La pulizia delle mani è considerata un vero e proprio baluardo nel fronteggiare l'emergenza coronavirus, al pari del distanziamento sociale, dunque lavatele con cura prima di qualunque manipolazione della mascherina, sia prima che dopo averla indossata. Una volta scartata e prelevata dalla custodia, la mascherina deve essere maneggiata per gli elastici, le fettucce o i lacci che servono a fissarla alla testa. Ne esistono infatti diversi modelli, con elastici che si fissano dietro le orecchie o su collo e nuca, oppure con lacci che vanno legati dietro alla testa. Quando la si posiziona, è fondamentale coprire accuratamente naso e bocca, con la parte superiore fissata al ponte (potrebbe essere presente una porzione pieghevole per farla aderire) e quella inferiore ben salda sul mento. È importante fare attenzione al colore: molto spesso le mascherine chirurgiche sono azzurre/verdi nella parte anteriore (rivolta verso l'esterno) e bianche in quella posteriore, che va a contatto con naso e bocca. Deve essere fissata in modo da aderire bene al viso ed evitare il più possibile di lasciare spazi aperti, che ovviamente potrebbero lasciare un passaggio agevole al patogeno. Chi ha la barba potrebbe avere più di qualche problema ad ottenere una copertura ottimale.
I tipi di mascherine e a cosa servono
Arrivati a questo punto è doveroso fare una precisazione. Le mascherine chirurgiche sono pensate per proteggere gli altri più che sé stessi, filtrando una parte delle particelle che espelliamo quando tossiamo, starnutiamo e parliamo (aerosol e droplet). È ovvio che se le indossano tutti, siamo tutti protetti. Ma credere di ridurre il rischio di contagio con la sola mascherina chirurgica è un grosso errore di valutazione. Questo perché le altre mucose, come quelle degli occhi, sono comunque esposte a una potenziale contaminazione da parte del patogeno. Non è un caso che gli operatori sanitari utilizzino anche maschere e schermi protettivi che proteggono l'intero viso, quando sono in contatto con i pazienti affetti da COVID-19. Sottolineiamo inoltre che le mascherine professionali FFP2 (o N95) ed FFP3 sono espressamente dedicate al personale sanitario: le prime con valvola, ad esempio, aderiscono perfettamente al viso ma permettono ai gas espulsi dalla bocca di uscire (proteggono sé stessi ma non gli altri, per intenderci), mentre le FFP3 sono efficaci in entrata e in uscita. Ma come specificato, sono dispositivi che vanno lasciati a medici, infermieri e altri specialisti della sanità.
Quando va sostituita la mascherina
Tornando all'uso delle mascherine chirurgiche, una volta indossate non devono mai essere toccate con le mani nella parte anteriore. Spostarle continuamente in alto in basso, ad esempio mettendole sul collo, è un errore che non deve essere fatto. Se per qualche ragione la si deve manipolare per forza, lavarsi bene prima le mani (o rimuovere i guanti, lavarsi le mani e toccarla). Le mascherine chirurgiche sono monouso e vanno sostituite mediamente ogni quattro ore, quando iniziano a diventare umide. Al momento non ci sono procedure “certificate” per provare a disinfettarle e usarle di nuovo, poiché si corre il rischio di rovinare il delicato sistema di filtraggio che le caratterizza, o ancor peggio, permettere il deposito di altri germi che andremmo inevitabilmente a respirare. È noto che il calore è in grado di uccidere il coronavirus, dunque alcuni suggeriscono di mettere la mascherina in un sacchetto e poi riscaldarla a lungo con un fono, ma si tratta di soluzioni fai-da-te che andrebbero il più possibile evitate in presenza di prodotti monouso.
Come rimuovere la mascherina
Quando arriva il momento di rimuovere la mascherina, non toccare mai la parte anteriore ma sfilarla dai lacci/elastici. La mascherina deve essere gettata immediatamente in un contenitore chiuso, preferibilmente in giardino (se lo si ha) o in corridoio, evitando le stanze che si frequentano abitualmente. Non deve essere assolutamente poggiata su tavoli e altri mobili, per evitare di contaminarli, qualora fosse entrata in contatto con goccioline contenenti il virus. Subito dopo la rimozione si devono lavare accuratamente le mani. I passaggi di un corretto utilizzo delle mascherine chirurgiche sono indicati anche in un video dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.