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Come sono nati gli animali: tutto iniziò da un’esplosione di alghe e cambiamenti climatici

Grazie a un improvviso innalzamento delle temperature e all’abbondanza dei nutrienti, circa 650 milioni di anni fa gli organismi iniziarono ad aumentare in dimensioni e complessità, un processo che ha portato sino all’attuale biodiversità.
A cura di Andrea Centini
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Geologi dell'Università Nazionale Australiana (ANU) hanno determinato che la nascita dei primi animali sulla Terra fu legata a un improvviso cambiamento climatico, i cui effetti hanno dapprima catalizzato una vera e propria proliferazione di alghe, e successivamente spinto gli organismi ad accrescersi in dimensioni e complessità. In parole semplici, secondo gli studiosi coordinati dal professor Jochen Brocks, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell'ateneo di Canberra, se non vi fosse stata questa esplosione di nutrienti, avvenuta circa 650 milioni di anni fa, l'uomo e moltissimi altri animali probabilmente non esisterebbero.

La dottoressa Amber Jarrett e il professor Jochen Brocks, autori principali dello studio: credit Stuart Hay/ANU
La dottoressa Amber Jarrett e il professor Jochen Brocks, autori principali dello studio: credit Stuart Hay/ANU

Tutto sarebbe iniziato 50 milioni di anni prima dell'evento, quando il nostro pianeta fu completamente avvolto dai ghiacci: la cosiddetta “Terra a palla di neve”. Da quelle condizioni così estreme si passò a un repentino aumento delle temperature, una sorta di riscaldamento globale ancestrale che avrebbe sciolto intere montagne di neve e ghiaccio, riversando nei fiumi – e di conseguenza nei mari e negli oceani – un enorme quantitativo di nutrienti. Essi a loro volta avrebbero innescato l'esplosione di alghe, dando così il via a una serie di eventi a catena alla base della nascita dei primi organismi complessi, come le spugne. Successivamente la vita avrebbe radiato in vari gruppi di animali e vegetali sempre più complessi, un processo che nel corso di centinaia di milioni di anni ha portato la biodiversità alle condizioni attuali.

Un'ampolla con le molecole estratte dalla roccia sedimentaria: credit Stuart Hay/ANU
Un'ampolla con le molecole estratte dalla roccia sedimentaria: credit Stuart Hay/ANU

Brocks e colleghi sono giunti a questa conclusione grazie alla raccolta di campioni di roccia sedimentaria nell'Australia centrale. Dopo averli letteralmente frantumati hanno estratto molecole provenienti da organismi antichissimi, e dalle analisi di laboratorio hanno fatto emergere la fase transitoria attraversata dal nostro pianeta, col passaggio da un mondo dominato dai batteri a quello di cellule eucariotiche sempre più complesse, associate anche a una maggiore diversità degli ecosistemi. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature e verranno presentati nei prossimi giorni durante la conferenza Goldschmidt a Parigi.

[Foto di Andrea Centini]

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