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Come il latte dell’ornitorinco, l’animale più assurdo del mondo, ci salverà la vita

Ricercatori australiani hanno scoperto una potente proteina antibatterica nel latte degli ornitorinchi, curiosi mammiferi che depongono le uova e hanno il becco d’anatra. Ricreandola in laboratorio sperano di sviluppare un farmaco in grado di combattere i batteri resistenti agli antibiotici.
A cura di Andrea Centini
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Il latte del tenerissimo ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus) può aiutarci a combattere la resistenza agli antibiotici, considerata una delle minacce più gravi alla salute pubblica mondiale. Lo ha dimostrato un team di ricerca della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), un'agenzia indipendente del Governo Federale Australiano, che ha collaborato con gli scienziati dell'Università Deakin.

Credit: Laura Romin & Larry Dalton
Credit: Laura Romin & Larry Dalton

Gli studiosi, coordinati dalla dottoressa Janet Newman, nella precedente ricerca chiamata “Monotreme Lactation Protein Is Highly Expressed in Monotreme Milk and Provides Antimicrobial Protection” avevano scoperto che il latte degli ornitorinchi ha efficienti proprietà antibatteriche che proteggono i giovani. Adesso sanno da cosa dipendono e possono sfruttare le informazioni ricavate per creare nuovi farmaci contro i famigerati superbatteri, che in base a recenti stime potrebbero provocare un morto ogni 3 secondi nel 2050. Insomma, gli affascinanti ornitorinchi, animali con un becco d'anatra, coda di un castoro, zampe palmate e persino ghiandole velenifere, sono pronti a stupire di nuovo il mondo della scienza, dopo la loro scoperta che lasciò increduli i biologi di tutto il mondo.

Il segreto del latte di questi bizzarri mammiferi che depongono le uova risiede in una proteina “riccioluta” con caratteristiche uniche, fatte emergere per la prima volta nel dettaglio grazie a una complessa tecnica di cristallizzazione proteica. I ricercatori l'hanno elaborata presso due strutture, il Sincrotone e il CSIRO Collaborative Crystallisation Center (C3). Il potere difensivo della proteina risiede proprio nei suoi numerosi riccioli, per questo il team della dottoressa Newman ha deciso di chiamarla “Shirley Temple”, come la celebre star e diplomatica americana nota anche per i suoi capelli.

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Ma perché gli ornitorinchi hanno bisogno di un latte così protettivo? La ragione, secondo gli scienziati australiani, risiede nel fatto che questi animali non hanno capezzoli, e i piccoli prendono il latte da una sorta di ‘tasca' sul ventre materno, dove viene diffuso. L'esposizione all'aria aperta rende il latte facile preda di batteri e altri animali opportunisti (come gli insetti) che potrebbero contaminarlo, così le proprietà antibiotiche aiutano i piccoli a non ammalarsi. Adesso che si conosce con esattezza la struttura della proteina scudo, gli scienziati potrebbero replicarla in laboratorio per creare un super antibiotico. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul sito del CSIRO.

[Credit: CSIRO/Laura Romin & Larry Dalton]

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